CHI SIAMO

Siamo un gruppo Larp proveniente dall'universo di Warhammer, pronti a combattere nel nome di Sigmar, la nostra divinità. Il nostro gruppo partecipa a tutto il ciclo di Vilegis schierandosi costantemente nelle fila della casata di Gregoria.
Far parte del nostro gruppo significa impegnarsi in un ruolo molto importante e con forti ideali, pieno di spunti per un nuovo personaggio e con una storia avvincente e in continua mutazione.
Per maggiori informazioni, contattaci su FACEBOOK.

LA COMPAGNIA DI MORTHAVEN

Portenti Malevoli si sono abbattuti sui Reami Mortali. Prodigi cosmici, grandi scismi e cataclismi hanno sancito il punto di partenza di una nuova epoca, per le popolazioni di questi luoghi tanto diversi tra loro, eppur simili nelle sventure. Incantatori, veggenti e demagoghi avevano avuto premonizioni riguardo a tali eventi. Avevano previsto fini disastrose e nuovi inizi ricchi di speranza. Ma, purtroppo per la loro sanità mentale, questi segnali erano spesso contrastanti tra loro, e condussero la maggior parte degli sfortunati aruspici alla follia. Quando finalmente gli oscuri presagi si palesarono sotto gli occhi increduli delle genti dei Reami, oramai era tardi: l'Era della Malevolenza aveva avuto inizio, e i sigilli di portali verso altri luoghi, ancora sconosciuti, erano stati infranti. Molti nuovi passaggi segreti erano stati scoperti mediante le visioni dei veggenti, alcuni solo pallidi miraggi, comprensibili a una sparuta nicchia di soggetti predestinati. Altre erano vere e proprie volte, palesi a tutti, dalle porte spalancate. I mondi cambiarono irreversibilmente, e nuovi eroi sorsero dalle ceneri degli antichi retaggi. Alcuni erano valorosi combattenti e arcanisti famigerati. Altri persone comuni, però in grado di compiere scelte che avrebbero cambiato tutti i loro simili. Tra le tante rivelazioni che si manifestarono, quella relativa ad una verde distesa nella quale grandi battaglie venivano combattute sotto stendardi rappresentanti non divinità, ma vere e proprie ideologie, colpì proprio i nostri eroi. Seppur la maggior parte di coloro che furono benedetti - o maledetti - da questa visione provenivano dal Piano della Morte, alcuni anche in altri Reami vi assistettero. Fu questo a scatenare l'interesse di Sigmar stesso. Egli decise che era necessario fondare un gruppo di avventurieri che era in grado non soltanto di vedere e raggiungere tale luogo, poiché avevano ricevuto la chiamata, ma anche di difendere gli ideali dei Popoli Liberi. O, forse, accertarsi che idee ben peggiori non prevalessero. La Compagnia fu fondata nella Capitale del Piano della Morte: Morthaven, dalla quale prese il nome. Qui potevano militare tutti coloro che avessero la volontà e le abilità tali da assicurare un baluardo contro le forze oscure che, a quanto pare, erano ben presenti anche in quel luogo mistico che avevano visto in sogno: Vilegis. Seppur disparati nei ruoli e nelle idee, i membri della Compagnia si considerano veri e propri fratelli e sorelle. Uniti negli intenti, uniti nella volontà. Quando si è deboli nel corpo, sarà il cuore dei compagni a sostenerci. Quando un compagno sarà affranto dalle insidie, sarà il nostro corpo a fargli scudo.

Siamo la Compagnia di Morthaven.

Storia

Storia Ecatombe

Capitolo 1

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CAPITOLO 1


"BUM WOOOOSHHH"

L’esplosione provocava un risucchio di aria spettroeterica mentre il grande cannone Spezzamorti veniva ricaricato.

"BUM WOOOOSH"

A ritmo continuato, mentre una canna svuotava il proprio proiettile fatto di ossa e carne rattrappita di Deathrattle, un’altra veniva ricaricata dagli artiglieri di Morthaven per essere pronta a far fuoco.

"BUM WOOOOSHH"

I quaranta cannoni che circondavano la Capitale di Shysh erano in grado di non riposare mai, se sotto assedio, poiché caricati con le ossa e le energie stesse dei propri assalitori. Ogni salva richiamava a sè le anime che il Sommo Necromante mandava contro i Popoli Liberi e ogni proiettile era composto dai pezzi stessi degli assalitori che cadevano nei fossati attorno alle mura. Tritati e preparati, i morti seguivano involontariamente un nuovo padrone: la Guerra Eterna dei Popoli Liberi, i malloppi di ossa Benedetti tre volte dai sacerdoti Sigmariti del Culto Moritat. I teschi ancora bercianti venivano sparati con giusta violenza tra le linee di non morti assedianti, e scavavano profondi solchi nelle loro formazioni sbriciolandole.

"BUM WOOSHHH"

Le empie creature continuavano a schiantarsi non curanti contro le difese della Capitale, pervasi da un empio volere: quello del Sommo Necromante e i suoi vassalli. Dall’interno delle mura i rimbombi delle cannonate facevano tremare le ossa degli stoici difensori composti dalle più disparate razze provenienti da tutti i Regni Mortali. Assieme formavano le forze di difesa che per millenni prima del ritorno del Dio-Re, avevano difeso le civiltà dell’ordine. Le loro forze d’assalto non erano dotate di strani poteri spettrali o la forza bruta delle creature della Distruzione. Ma avevano dimostrato il proprio valore non arretrando mai contro qualsiasi orrore gli venisse lanciato contro. Il volere del fulmine e del martello era loro.

"BUUUUMMM wooosshh"

Nelle cripte sotterranee, una di queste forze d’assalto specializzata, rimaneva separata dal resto dell’esercito. Isolata le giungevano solamente i suoni ovattati della battaglia sovrastante, e aspettava. Aspettava la propria preda.
Il predatore per eccellenza. Un Succhiasangue.
L’Ecatombe si era preparato a dovere. I pochi, validi, membri della Compagnia che erano coinvolti nell’operazione avevano ognuno compiti ben precisi.
Bartenhod Von Steiner si era piazzato affianco all’unica entrata (ed uscita) della sacra cripta assieme al novellino: Hanz Von Botten, armato con il suo scudo e la mazza per meglio appiattire le membra non morte. Al centro della stanza in piena panoplia da guerra schieravano il Capitano Rasca Fervor e la sua guardia personale, nonché secondo in comando dell’Ecatombe, ma, soprattutto, grande amico: Venerio Fede, il Toro. Dietro di loro iniziavano gli empi feticci necessari a svolgere l’empio gesto che si preparavano a portare a termine per infliggere uno smacco alle forze assedianti. Al centro della parete più esterna era affissa una creatura splendida e terribile: una Tree Revenant, figlia dei semi della Regina Eterna Alarielle. Il suo viso selvaggio e bellissimo era pervaso da spasmi di dolore che la facevano risplendere ad intermittenza dal suo nucleo dell’anima interno. A causarli era il rituale che Balthaser, il Sacerdote di Sigmar e Dulcinea Dafne Aurelian, l’arcanista e moglie di Fervor, stavano svolgendo. Il rituale serviva ad alimentare l’energia interna della creatura fatata, in maniera da rendere il sangue che le era stato estratto succulento e ribollente della rabbia della magia della vita profanata. Affianco a loro Marcel Bauer l’esploratore e assassino della Compagnia attendeva sghignazzante che Vergil Von Drachen, il corrucciato cerusico distillasse l’icore della Sylvaneth e lo versasse nell’apposita fiala. Le mura rimbombavano distanti e, l’Ecatombe, era stranamente silenzioso.
“Ah-ehm” il primo ad interrompere il silenzio fu Marcel.
“Che c’è?” Chiese sollevando lo sguardo stizzito Vergil. “Ma niente. Fossi in te ci metterei di più. Tanto non c’è un assedio da provare a vincere e siamo in un posto così accogliente.” Fervor ridacchió pochi passi più avanti. “... io non ci posso credere.” Disse Von Drachen “Guarda che va fatto con cura o questa follia che stiamo ordendo e che francamente non capisco come Sigmar potrebbe approvarla, fallirà miseramente” “Bè potrebbe fallire se ad esempio ci troviamo a cenare sono con non-morti questa sera in centro. O, meglio, ‘come’ non-morti in centro. Conosco un bel locale nel caso. Si chiama CIMITERO” continuó Marcel. “OH INSOMMA CAPITANO!” Sbottò Vergil “puoi farlo stare zitto? Io devo concentrarmi."
“Avanti bambini andate d’accordo ok? O sapere che poi l’Inquisitore si arrabbia se viene a sapere che litigate. O, meglio, poi vorrebbe litigare un po’ anche lui.” Disse con fare beffardo il Capitano che mascherava adeguatamente i suoi pensieri riguardo alla buona riuscita della missione. Era rischiosa. A tratti blasfema. Ma necessaria. Il cuore gli piangeva a sentire soffrire la creatura in ricordo dei vecchi tempi su Ghyran, dove aveva fatto il viaggio di nozze assieme a Dulcinea. “Sì va bè ho capito. Qui ho finito” mugugnó Vergil porgendo la fialetta di icore ribollente all’esploratore. “Però non approvo. Sappiatelo. L’ho già detto?”
“Lo hai già detto un centinaio di volte circa!” Intervenne ridanciano Bartenhod dando una gomitata amichevole ad Hanz e bisbigliandogli - fa sempre il brontolone ma ha un cuore d’oro - Il guerriero sorrise lievemente imbarazzato ma chiaramente divertito. [bene.] pensó Fervor [almeno loro paiono relativamente tranquilli e meno male. Vorrei sentirmi così anche io].
“Ok Cap rispiegami il piano che sono pronto a partire” disse avvicinandosi sempre sorridente Marcel a Rasca. “Certo che sei proprio stupido ma ascolti quando il Capitano parla?” Sbraitó il Toro infastidito. Marcel si giró verso di lui e fingendo di essere sbigottito disse “oh ma io vorrei riuscirci. Se solo tu non strillassi tanto come una Freccianitra svolteggiante.” “Piccolo maledetto io..”
“Signori calma o ci faremo ammazzare sul serio tutti. O peggio.” Disse il Capitano Rasca interrompendo il battibecco tra i due. “Marcel. Il tuo compito è portare il sangue Silvaneth distillato all’imboccatura della caverna e assicurarti che l’esca abbia sortito effetto. Dopodiché dovrai ripiegare in fretta più che puoi: sei il più veloce tra noi. Se tutto va come deve l’essere finirà dritto tra le nostre lame e gli impediremo di consumare il suo pasto. Una volta assaggiato l’icore del regno della vita i Succhiasangue danno di matto e ne desiderano sempre di più. Pensano solo a quello. Così è scritta la loro disfatta.” “Ho letto anche io di questa cosa Cap” Disse avvicinandosi Vergil “ma non è facile eliminare un vampiro in corpo a corpo. Inoltre La Regina Eterna non guarderà di buon occhio questo nostro atto.” Rasca si voltò verso l’amico e, per qualche istante, il suo sguardo rimase fisso su di lui, ma era vacuo, come guardasse oltre con una certa nota di tristezza. Poi, avvicinandosi alla parete ove era affissa la creatura di Ghyran, disse “c’è una lunga storia di tradimenti e atti disperati nei Reami Mortali. Uno in più non ne cambierà le fondamenta ma forse salverà Morthaven dalla disfatta. Gli Dei sono i primi ad averci sfruttato per i loro fini. Non si dispiaceranno se sfrutteremo il loro potere per salvarci di tanto in tanto.” Passó qualche lungo istante di silenzio, interrotto solo dalle arcane parole di Balthasar e Dulcinea che proseguivano il rito e dai rantoli della Creatura fatata. “È il momento. Marcel. Parti.” Fervor diede l’ordine e l’esploratore si voltò di scatto e di corsa si diresse agilmente verso l’uscita della caverna. “Iniziate i preparativi per la difesa! La creatura non dovrà uscire dal circolo rituale!” Come un sol uomo i membri dell’Ecatombe iniziarono a schierarsi ai lati della stanza come un plotone esecutivo. Le armi che stringevano pronte ad essere piazzate in guardia. La tensione era alta. Tutti sapevano che uno scontro con un vampiro era una delle ultime cose che qualsiasi guerriero mai avrebbe voluto affrontare, ma era necessario: in quanto araldi del Sommo Necromante i vampiri erano al comando di intere legioni di Non Morti. La strategia era semplice e crudelmente efficiente. Taglia la testa al serpente e il resto del corpo cadrà. “Rasca, qui abbiamo concluso.” Di disse Dulcinea con voce spossata a causa dello sforzo arcano.
Il rito dei due incantatori così si interruppe e la donna recuperó le armi e prese posizione assieme a Balthasar all’interno della stanza.
I minuti passarono e sembravano un’eternità.
Gli unici suoni che scandivano il tempo erano gli irregolari rantoli di dolore della Sylvaneth e il ticchettio delle gocce d’acqua che si formavano a causa dell’umidità della stanza e cadevano sul duro terreno. Piano piano i battiti del cuore dei membri della Compagnia divennero l’unico fattore a distinguerli dall’ambiente circostante e a farli sentire vivi.
Poi il silenzio venne squarciato da un urlo agghiacciante.
Terrificante come le ombre prima del mattino.
Il predatore preda aveva assaggiato il dolce icore, attratto da esso come una falena dalla luce. Solo una creatura relativamente piccola e in grado di volare avrebbe potuto raggiungere l’imboccatura della cripta posta negli enormi fossati esterni della cittá. Come previsto, aveva funzionato. “TENETEVI PRONTI.” Intimó agli altri Ecatombe Fervor.
[ora resta da vedere quando il piano andrà male] pensó impugnando stretta la Glaive e attivandone le rune sovrastanti.
Tutti impugnarono e puntarono le armi innanzi a loro pronti ad agire. Il suono di passi rapidi nel buio che si avvicinavano preannunciavano che a breve quel posto si sarebbe trasformato in un carnaio. Tutti erano tesi. Poi, d’improvviso, Marcel Bauer apparve balzando dal buco con un salto “CAZZO ARRIVA”.

Subito dopo, la morte stessa apparve dalle tenebre del tunnel. Come un turbine di lame e zanne l’essere buttó per terra i difensori: Bartenhod cadde per terra afferrando al volo Hanz lanciato per aria e facendogli da scudo per il violento atterraggio. “CIRCONDATELO STATE IN..” Rasca fu bruscamente interrotto nel suo ordine dal dover parare all’ultimo secondo un fendente dell’empia lama del Vampiro. Occhi fiammeggianti di oscure energie e un ghigno scintillante apparvero a lui dinnanzi subito prima di essere sbalzato via dall’inumana forza dell’essere assetato di sangue. Ancora... datemene ancora. Inetti e codardi esseri che vi annidiate in questa città. Non negherete mai il nostro banchetto e il nostro dominio.
Le parole dell’essere parevano un sussurro e allo stesso tempo un grido nelle menti dei fragili umani.
“Difendete la Sylvaneth! Non dovete lasciare che si nutra della sua energia! È il momento di abbatterlo” ruggì Rasca mentre cercava di rialzarsi. Tutto l’Ecatombe cercava di colpire l’agile essere che danzava tra le loro lame solo scalfito dai colpi incessanti. Il suo bersaglio era però dinnanzi a lui e nessuno gli avrebbe impedito di nutrirsene. La creatura sbalzava gli oppositori uno ad uno senza preoccuparsi di finirli. Ogni passo più vicino al suo bersaglio, ogni salto più vicino al dolce aroma. Dulcinea e Balthasar bersagliavano la creatura di incantesimi ma la resistenza di essa sembrava fenomenale. Giunta quasi al suo bersaglio Rasca Bartenhod e il Toro si pararono dinnanzi e iniziarono a tempestarla di colpi. Sibilando l’essere si fece indietro contrastando tutti gli affondi e parando agilmente tutte le offese con un’espressione schifata sul volto. ADESSO BASTA
Con un’esplosione arcana scansó i difensori sbalzandoli contro i muri della cripta.
La vista di Rasca tremava per l’impatto contro la parete. Cercando di riacquistare la postura si sollevò in tempo per vedere l’essere che stava per addentare la creatura Silvana. “NO! FERMATELO!”
Ma era tardi. Il Vampiro affondó i canini nel collo della Sylvaneth che gridó un’ultima volta prima di spirare assorbita dallo spregevole essere. Sul volto della creatura fatata stampato un ultimo sorriso di pace beata. Tutti i difensori si risollevarono e puntarono le armi contro la creatura che asciugava le labbra dall’icore ricco di energia appena risucchiata.
“Maledetto!” Urló Vergil con la spada sguainata.
Sì. Urlate. Disperatevi. Davvero questo è il meglio che avete saputo fare? Una trappola per affrontarmi con un’esca? Allora, lasciate che vi insegni qualcosa. Benvenuti nel mondo reale, adesso voi e la vostra amata cittá di merd.. La creatura si bloccò. Poi ebbe uno spasmo simile a un conato.
Cos.. BLEAAAAUUURGHHH
Bile rossa fu vomitata dal vampiro all’improvviso. Poi una risata: era Rasca.
“Ohhhh hai proprio ragione. Questo è il meglio che sappiamo fare. Una trappola. Lo sai cosa hai ingerito? Ovvio che no, coglione. La Regina Eterna e Sigmar ti portano i tuoi saluti. La creatura che hai divorato era già perduta da anni, infettata dalla furia del reame della vita che pervade i suoi figli. Alarielle ci ha concesso di darle una morte onorevole per far soffrire voi schiavi di Nagash. Hai appena bevuto copiosamente una malattia che ti distruggerà con l’opposto esatto della magia che ti tiene in non-vita” BLEAAAURRGHH
Le interiora fuoriuscivano dal corpo del vampiro e, a contatto con il terreno divennero cenere. Piano piano la creatura inizio a disfarsi completamente. Mentre spirava un’espressione di puro terrore stampata sul suo volto. Tutti rimasero allibiti dalla scena tranne Fervor che aveva ordito la trappola.
“.. bè. Che dire? È stato impagabile vederlo crepare così sto bastardo!” Disse Marcel.
“Ma.. Capitano? Il piano non era ammazzarlo di botte?” Chiese il Toro.
“Perché non ne avevi parlato con nessuno, Rasca?” Chiese Vergil.
Rasca sospiró dirigendosi verso la Sylvaneth morta e finalmente in pace. “Scusate ragazzi ma non sapevo se avrebbe funzionato, inoltre ho preferito tenerlo per me.” Accarezzando il volto beato della fata pensó [mi dispiace, amica mia. Dal tuo sacrificio tanti saranno salvati.] poi si voltò verso la Compagnia e disse: “Oggi per merito vostro abbiamo vinto l’assedio. Udite? Le mura non tremano più. Caduta la Bestia le sue legioni hanno perso potere e i nostri cannoni potranno riposare. Ma noi no. Ora sappiamo una cosa che Nagash non sa. Ossia che la sua magia non è onnipotente. Ma la sua arroganza sará la sua disfatta. Ora e come sempre è stato. Vi ringrazio per la vostra purezza e coraggio e vi preannuncio che, con questa azione, inaugureremo la prima vittoria dell’Ordine Templare dell’Ecatombe, il cui compito sarà sconfiggere gli empi e i traditori. Tutti coloro che ne faranno parte dovranno sottoporsi ad un rituale di purificazione che vi eleverà sopra i mortali e vi renderà immuni al tocco della non-morte. Ma badate: questa è una strada senza via di uscita. Un monito oltre che un vanto. Questo sacro ordine sarà da oggi un baluardo contro l’oscurità e tutti voi lo rappresenterete.” Poi, inchinandosi, Rasca Fervor concluse:
“È un onore per me servire voi Campioni dell’Ordine e, per Sigmar, non avrò pietà per chi ci offende.”

Ambientazione

Morthaven


Il Bastione Immortale, nel Reame della Morte


Come ogni rosa, della città colpisce prima il fascino e l’eleganza, delle spine. E, allo stesso modo, l’illusione infranta è la rovina del folle.
Al centro del Grande Mare Silente un’isola soltanto increspa il cupo orizzonte. Come un’oasi, essa di staglia quasi a sfidare l’ambiente entropico circostante. Ricche piantagioni vengono irrigate dalle sponde, per alimentare la Bestia Capitale. Immensa loggia dei Popoli Liberi che hanno sfidato il Sommo Necromante strappandogli un pezzo del suo Reame. Le alte mura interrompono il paesaggio idilliaco e inadeguato e, al centro esatto dell’isola, sorge una delle più potenti rappresentanti del potere dell’Ordine nei Reami Mortali: la città di Morthaven.
Attorno alle mura da cui sporgono in vari punti immensi cannoni spezza assedio, vi è il fossato dei dannati. In tale luogo si affollano gli innumerevoli sconfitti degli assedi che hanno provato a conquistare la grande Capitale. Una tale protezione nasconde un popolo fiero che affolla le strade e alimenta un costante commercio con i Regni circostanti. Mercati, Accademie militari, Collegi della Magia, tutto sembra fiorire laddove normalmente la terra garantirebbe solo la Morte. Gli edifici Gotici si stagliano a sfida delle nubi perenni di Shysh e i luoghi d’incontro di varie razze garantiscono un approdo sicuro a tutti coloro fedeli all’Ordine. Dai laboriosi Karadron Overlords, ai misteriosi Aelfs di Ulgu, tutto è possibile trovare per chi è attento a Morthaven. Anche e, forse soprattutto, la rovina.
Abbiamo parlato delle spine. Ma, come sempre, quelle che veramente si rispettano di esse, sono celate.
I verdeggianti prati sorgono sui cimiteri sepolti di generazioni di martiri, utilizzati come fermento per i campi che tengono in vita la città. Immense necropoli sotterranee e Borghi segreti inesplorate si intrecciano tra canali percorsi da tetri barcaioli le cui reali intenzioni solo Sigmar può conoscere. Ci sono leggende, riguardo a certi luoghi. Leggende solo sussurrate o usate come monito per placare i bambini molesti. Si racconta, ma mai si verifica, che in alcune zone della città esistano misteri riguardanti la sua fondazione. Misteri lasciati taciuti per molti secoli. Misteri che, di sacro, hanno ben poco.
È alla scoperta di questi misteri, che un’intera Stormhost di Eterni si è devota. Sono infatti gli Anvils of the Heldenhammer di Sigmar che sono stanziati a Morthaven e preposti al suo sostegno e difesa. Ma, il loro reale compito, va ben oltre a questo. Questi tetri soldati del Dio-Re si dedicano oramai da molto tempo a indagare sulla fondazione della città. Indagine che li ha condotti a ritrovare i moniti delle antiche famiglie fondatrici di Morthaven. Molti cognomi ancora in uso tra il popolo, possiedono tale retaggio. Von Steiner, Raster, Almera, Fervor, Vestal, Von Drachen, Meliadoul. Solo alcuni dei nomi degli eroi perso nelle leggende che hanno eretto le fondamenta della Capitale. E, l’oscura storia che cela le loro motivazioni, è materia di indagine e dubbio.
Solo pochi frammenti della leggenda sono stati verificati. Quello che è certo, è che la città sia sorta a seguito della chiusura dei cancelli del Regno dei Cieli, Azyrheim, dopo che Sigmar venne sconfitto dagli Dei del Chaos nella grande definitiva Battaglia nel regno del Fuoco, Aqshy. Molte fedeli del Dio/Re vennero abbandonati in quel momento, videro i cancelli del Paradiso chiudersi dinnanzi a loro e la solo disperazione ad attenderli. Le famiglie fondatrici vengono annoverate tra i leader che diressero la ritirata e che scavarono un solco insanguinato tra i caotici per fuggire con i superstiti verso altri Reami, abbandonando così per sempre la promessa di un Ordine libero.
Si dice che, nelle fondamenta della città di Morthaven, esista ancora un potente artefatto. Un costrutto titanico che protesse le genti dalle insidie del Reame della Morte per secoli e che, per tanto tempo, è giaciuto dimenticato e inutilizzato. Un luogo sacro, riattivabile solamente mediante una chiave: la Lama dei Fondatori.
Questo luogo ha un nome ed è la radice della Rosa Morthaven: il Tempio Ecatombe.

Il Tempio Ecatombe


La forgia del presente


il ricordo del passato


l’inizio del futuro


“Per volere dell’Altissimo
Per le Forze dell’Ordine
Per la giustizia e i Popoli Liberi
Riapriremo il Sacro Tempio. Baluardo contro gli empi. Terrore delle spie.
Dopo più di un Millennio l’antica volta accoglierà solo i meritevoli.

Con questo ordine proclamo la fondazione dell’Ordine Templare dell’Ecatombe.

Lo scudo degli innocenti.
Coloro le cui anime mai saranno dannate.
Sigmar nei cieli. Noi nei Reami.
La morsa che vedrà la disfatta degli Immondi e dei Traditori.

Per autorizzazione del Dio-Re
Io, Rasca Azelas Fervor, fondo questo Ordine templare risorto dalle ceneri delle Antiche Guerre.
E rifondo la Sacra Inquisizione come istituzione di giustizia, per mondare queste terre delle impurità dei putridi esseri.”

Con il ritrovamento della Lama dei Fondatori, gli Anvils of The Heldenhammer hanno raggiunto un nuovo grado di comprensione dei Reami. Essendo essi frutto della magia ed essendo quest’ultima frutto dell’incanalamento di energie esoteriche primordiali, sono necessari dei passi per influenzarne la conformazione. Uno di essi è trovare un artefatto che abbia un legame particolare con un luogo e dei ricordi. La lama dei Fondatori è solo uno degli innumerevoli artefatti necessari a riattivare appieno il mistero di Morthaven. Essa funge da chiave di volta per aprire il Tempio Ecatombe. Un titanico manufatto simile alla città di Shadespire. Un luogo che un tempo veniva utilizzato per sfidare le leggi stesse delle Divinità. Per brandirla basta un guerriero astuto è letale, ma, per utilizzare il vero potere della spada, è necessario il sangue di una delle famiglie fondatrici. Appartenuta molti anni orsono al capostipite della famiglia Fervor, la spada è stata donata dagli Stormcast alla Compagnia di Morthaven, avendo essa molti membri appartenuti alle Famiglie Fondatrici. Rimane un dubbio il perché così tanti membri di esse sembrino militare sotto lo stendardo della Compagnia e ricevano la chiamata di Lunaria. Dubbio che però, fino ad ora, non ha trovato risposte.
Il Tempio Ecatombe è una titanica reggia provvista di tutto ciò che una brigata militare può richiedere: sale armi, zone di addestramento, cucine, biblioteche e dormitori. Come un predatore in attesa di risvegliarsi, il Tempio attendeva di essere destato nel momento del bisogno dal suo lungo sonno.
Una rinascita, dal torpore.
Innestando la lama nella cripta sotterranea dove gli Anvils avevano rinvenuto il Tempio, una reazione a catena ne aveva scatenato l’apertura. Dal grande lago delle anime, l’enorme struttura si era sollevata, sospinta da energie esoteriche e dalle anime fluenti dei martiri che si sacrificano ogni giorno per i Reami Mortali prima di dirigersi al proprio eterno destino nell’al di lá. Sollevandosi dalle tetre acque, il Tempio si rivelò in tutta la propria terribile gloria: una gigantesca costruzione di pietra color d’ebano e striata di rubino, a forma di un teschio ghignante.
Una scalinata di diverse dozzine di metri composta d’ossa incise di preghiere contro il Chaos era l’unica via per raggiungere l’entrata.
Da quel momento, l’esplorazione ebbe inizio.
Affidato come base operativa alla Compagnia di Morthaven, il Tempio funge ora da loro ritrovo. Un’oasi di realtà separata dai Reami. Entrare al suo interno è come entrare in una nuova, viscosa dimensione. Protetta dalle energie negative, questa zona d’ombra profumata di incenso e oli consacrati, è dotata di misteriosi costrutti di un’altra era che ne assicurano il funzionamento. Qui molte aree sono state scoperte, ma tante giaggiono tutt’ora inesplorate e irraggiungibili, come se dei pezzi mancassero nel mosaico.
Grazie ai collegi della magia e agli ingegneri di Morthaven e Chamon, parti della grande Necro-biblioteca sono state decifrate.
Sulla base dell’antico manoscritto dell’Ordine Celato, scritto dopo l’era del mito da illuminati e profeti sfuggiti alla guerra contro il Chaos, sono stati redatti gli emendamenti fondanti di due nuovi ordini: i Templari dell’Ecatombe, è l’Inquisizione dei Reami.

RUOLI DELLA COMPAGNIA

Informazioni utili

Per cominciare

Ruoli avanzati


Come ottenere un ruolo dentro la Compagnia


Tutti i ruoli ad eccezione di quello di Capitano, Cacciatore di Streghe e Prete dell’Ordine, sono liberi per essere acquisiti anche dai neofiti nella Compagnia di Morthaven. È obbligatorio un colloquio coi Capitani ai fini di ottenere buoni consigli su come iniziare ed essi si assicureranno di fornirti tutte le informazioni più utili per farti divertire. I ruoli interdetti sopracitati non sono così intesi per motivi di anzianità o nonnismo ma per ESIGENZE DI RUOLO. Come risulta ovvio, sono classi che presuppongono un certo impegno sia in che out Game, e per far parte di questi ruoli si deve dimostrare di voler attivamente sostenere la Compagnia con atti e gesta degne del proprio nome ( e anche notevoli rotture di scatole che non vengono raccomandate a tutti, francamente ).

Uniforme e araldica della Compagnia di Morthaven




Bianco, nero e rosso. Questi sono i colori che contraddistinguono le uniformi dei Morthaven. Bianco per le ossa dei martiri, fondamento della forza di volontà dei Popoli Liberi. Nero per il lutto di far parte di una schiera nata dalle ceneri delle speranze di virtù passate, infrante da quei demoni che ancora oggi vengono combattuti. Rosso poiché il sangue degli alleati tanto quanto quello dei nemici tinge il campo di battaglia e non va mai dimenticato. Il simbolo della Compagnia di Morthaven è il teschio di Shysh ornato da una corona di alloro naturale, posto su di una clessidra. Sul cranio è incisa la runa del Reame della Morte. Sotto alla dentatura è presente la pergamena che espone il nome della capitale. Lo stendardo presenta un motivo a scacchi bianchi e neri. In quelli bianchi si presenta anche lo stemma della Compagnia.

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Prime linee


La roccaforte che non si infrange

Il muro di scudi è la pietra capitolare sulla quale si spezzano gli assalti nemici. Armata di scudi e armi ad una mano, la difesa del fronte è il suo primo compito. L'approccio difensivo è anche il miglior attacco, se completato dalla collaborazione delle seconde linee, la loro aggressività completa la resistenza degli scudieri. Per questo ruolo è necessario acquistare un equipaggiamento in grado di incrementare i propri Punti Totali e avere un buon spirito di sacrificio nel proteggere i compagni.

Seconde linee


Il rasoio infallibile

Difendere gli ideali puri della Compagnia di Morthaven è il primo compito dei suoi membri. Ma anche spezzare le speranze degli empi avversari fa parte delle mansioni fondamentali. Le seconde linee si occupano di questo. Grandispade e Alabardieri danneggiano costantemente vessando di colpi le linee nemiche, assicurandosi che non abbiano mai tregua. Supportati dagli scudieri e relativamente in salvo dai colpi più duri, essi si assicurano che la battaglia duri meno. Per questo ruolo è necessaria un'arma ad asta, in particolare l'alabarda, essendo essa anche in grado di intralciare i nemici. Anche un buon numero di punti totali è raccomandato.

Esploratori/tiratori


La ronda eterna

Cacciare senza sosta i nemici, raccogliere informazioni, eliminare i dissidenti. Questo è il ruolo degli esploratori. Quando un perimetro sicuro va stabilito, è ad essi a cui un capitano si rivolge. Occupandosi di allontanare nemici e sfiancare i bersagli, gli Esploratori si connotano come un supporto perfetto per le linee e sono in grado di accerchiare il nemico ed eliminare bersagli fragili infiltrandosi nelle schiere nemiche. Per questo compito è fondamentale procurarsi un equipaggiamento semplice e funzionale, che privilegi mobilità e un minimo di protezione. Le armi da tiro prevalenti nella Compagnia sono le pistole.

Maghi/Sacerdoti/Ritualisti


La volontà che si manifesta

Nei Reami Mortali la magia è egualmente rispettata e temuta. Alcuni di coloro che sviluppano una predisposizione alle arti arcane di qualunque tipologia, possono scegliere se divenire esuli predicatori o frequentare la Scuola Arcana. Questo istituto é presente in tutte le grandi capitali dei Reami, e spesso presenta al proprio interno insegnanti esperti in ogni sfera della magia, anche se specializzati in particolare in quella che scorre con più forza sul piano natio. Un supporto magico è desiderato da qualunque comandante al fine di non soltanto vessare i nemici con una supremazia in tal senso, ma anche per essere in grado di difendersi dai nemici che praticano la magia. Un aspetto importante in questo senso lo ricoprono i Ritualisti. Figure che possono essere in grado sia di officiare un rituale da soli, ma anche soltanto di parteciparvi per rafforzare l'alleato che lo realizza. Per far parte di questa classe è necessario premunirsi di forza di volontà e voglia di imparare, poiché la magia é un arte occulta anche per la mente più acuta, motivo per cui è necessario studiarne a fondo le basi frequentando le Accademie di Vilegis. È consigliato anche l'acquisto di un'arma ad asta specifica, in grado di completare l'arsenale offensivo e difensivo dell'arcanista o sacerdote. Anche il vestiario è importante e deve essere il più possibile adatto a rappresentare questo ruolo mediante i colori della Compagnia ed eventuali aggiunte della tinta relativa alla Scuola di Specializzazione ( N.B.: non è necessario scegliere una scuola se non per motivi di recitazione e soggettività, poiché le regole non presuppongono differenze elementali nell'uso della magia )

Cerusici

Il sostegno degli eroi

In un campo di battaglia, quando le ferite inferte stanno per reclamare il proprio turpe bottino, sono le mani esperte del cerusico che ti strappano da una triste fine nelle grinfie di Nagash. Specializzati nella complessa l'arte del ricucire le ferite in modo da rimandare in guerra il più presto possibile i propri compagni d'armi, i cerusici si assicurano che la Compagnia rimanga sempre in forze. Non di rado il loro ruolo li porta a fornire supporto ai più bisognosi di tutto il campo, non soltanto del proprio gruppo. Questo ne fa una risorsa fondamentale, non solo per la Compagnia di Morthaven, ma anche per tutti gli alleati di quest'ultima. Non ci sono specifiche peculiari per quanto concerne gli equipaggiamenti dei guaritori. Ciononostante è consigliato un armamento semplice e puramente difensivo, e un abbigliamento comodo ed efficace.

Ingegneri/Artefici


L'anima del progresso

Grazie a mastri artigiani, le forze dell'ordine si sono sempre distinte per tecnologia all'avanguardia e innovazioni scientifiche. Il compito di portare avanti tali prodigi spetta agli Ingegneri dei Popoli Liberi. Nella Compagnia essi si assicurano una riparazione costante degli armamenti, una creazione di nuovi prototipi continuativa ed un'eterna possibilità di miglioramento. Per questo ruolo è consigliato dotarsi di grande ingegno e voglia di ruolare, è un armamento che rispecchi un'identità eccentrica provvisto di armi da tiro tecnologiche.

RUOLI AVANZATI

Capitano


I primi martiri

Guidare alla resistenza contro le forze del Chaos i popoli liberi è un compito che tempra non soltanto il corpo, ma anche lo spirito. Spesso tale ruolo è ricoperto da individui che devono essere in grado di ispirare i soldati e ottenere il loro rispetto. Non si tratta tanto di abilità in battaglia, quanto virtù legate ad arti oratorie e conoscenze amministrative, nonché una irremovibile volontà di sostenere le proprie genti. All'interno della Compagnia di Morthaven, tali necessità sono le medesime. Il ruolo del capitano, per motivi organizzativi, viene affidato solo a coloro che decidono di dedicarsi attivamente non soltanto in Game, ma anche e soprattutto out Game. I meriti di battaglia vengono conseguiti tanto sul campo a Vilegis quanto nella vita comune e i valorosi eroi che si schierano nella Compagnia sono tali anche all'esterno di Lunaria! Per tanto chi guida la Compagnia deve essere SEMPRE presente per fornire supporto e informazioni agli alleati, occuparsi della gestione del campo e le scelte organizzative.

Cacciatore di streghe


Gli occhi vigili

Cercatori di verità, consiglieri, informatori, sicari e vassalli. Queste carismatiche figure nella Compagnia si occupano di essere i supporti tattici dei compagni e dei Capitani. Giudici, giuria e carnefici ove necessario, questi specialisti svolgono un ruolo di controllo tanto all'esterno della Compagnia, quanto all'interno. Poiché se il nemico si fa d'ombra nel nostro animo, la risata degli Dei Oscuri si fa più insistente. Per non essere colti alla sprovvista dai loro trucchi, i Cacciatori di Streghe devono sempre essere vigili. Si schierano sul campo di battaglia in qualunque ruolo possa supportare il combattimento, ma di norma non scelgono la prima linea per poter avere una visione più ampia del campo di battaglia e monitorare l'operato dei compagni. Per questo ruolo sono necessari soggetti che si assicurino di STUDIARE ADEGUATAMENTE background e norme comportamentali della Compagnia. Sono inoltre necessarie doti comunicative e di ruolo buone e volontà nel migliorarsi.

Prete


La fede incarnata

Gli scontri con le innumerevoli belve dei Reami Mortali condurrebbero qualunque uomo o donna a vacillare nell'animo. Circondato nei nemici e affaticato dalle sfide combattute, ogni Eroe ha bisogno di una guida in questi momenti oscuri. Questa potente visione gli viene fornita dalla volontà manifesta dei preti dell'ordine. Soggetti motivanti, carismatici e indefessi nel professare Lodi a Sigmar ed i suoi proseliti, essi si schierano laddove la battaglia infuria. Siano essi combattenti eroici, curatori professionisti o semplici professatisi di fede, spesso il loro ruolo è assolutamente fondamentale per mantenere saldo l'animo di qualunque esercito. Nella Compagnia, sono loro che si assicurano che i soldati sentano sempre presenti le loro divinità patrone, anche in monti tanto distanti. In quanto carica importante all'interno del gruppo, per far parte di questa classe è necessario avere ottime doti comunicative e spirito di collaborazione con i compagni, oltre che una buona resistenza in combattimento. Non vi è un armamento specifico per un Prete dell'Ordine. Ma è comunque consigliato avere una buona difesa con un nutrito numero di punti totali, e armi iconografiche: come Martelli di Sigmar.

I Templari dell’Ecatombe

Le Anime d’ebano e alabastro

Secondo gli insegnamenti nascosti nel Tomo dei Profeti, sacre pergamene sono state redatte per adornare i membri della Compagnia. Artefatti minori, ma pur sempre potenti, che schermano dalle energie negative le anime dei guerrieri della Compagnia che si votano alle regole del Tempio. Tuttavia, per divenire un Templare, questo non è che un misero, minuscolo passo. Poiché tanto viene chiesto e poco potere viene dato. Poiché gli eroi e i martiri si nutrono solo di Gloria e virtù e non di vezzeggi. Il secondo passo è tingere la propria armatura dei colori delle ossa pure, l’alabastro e delle più nere delle sfide da affrontare, l’ebano. Il rosso sangue dimostra che si è stati beatificati dal Dio-Re nel proprio destino.
L’ultimo passo è il vero tormento. La promessa. Ognuna delle sopracitate scelte comporta una promessa. E, queste promesse stesse, ne necessitano una ulteriore: personale. Tanto più grande la rinuncia, tanto più grande sarà lo schermo per la propria anima.
Le promesse vengono custodite dal Gran Maestro dell’Ordine.


Ordine Templare dell’Ecatombe

Tutti i membri della Compagnia possono fare il voto di appartenenza ai possenti Cavalieri Ecatombe, senza distinzione di razza, sesso o attitudine. Ma, il prezzo da pagare, potrebbe essere ben diverso da membro a membro. Per divenire membri è necessario proporsi al gran maestro e sottoporsi a delle prove.
Ecco gli appartenenti all’Ordine attuali:

Rasca Azelas Fervor - Gran Maestro
Venerio Fede - Cavaliere
Bartenhod Von Steiner - Cavaliere

Galleria



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RASCA FERVOR

Interpretato da:

Samuele Nerozzi


Ruolo:

Capitano - Cavaliere Ecatombe

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Background Personaggio:

Rasca Azelas Fervor è attualmente Capitano della Milizia di Morthaven. Fin dalla giovane età ha prestato servizio presso le istituzioni di sicurezza cittadine e ha frequentato l’Accademia Militare per Ufficiali presso la Capitale. Nonostante la sua famiglia fosse nota per le imprese militari in quanto mercenari e cavalieri schieratosi contro la Marcia Nera di Nagash durante le Grandi Guerre dei Reami Mortali, Fervor ha rifiutato l’investitura diretta ai ranghi prevista dalla giurisdizione cittadina e ha preferito fare pratica sul campo frequentando l’Accademia pubblica. Il suo desiderio non è rimasto tale a lungo visto che, già all’età di 11 anni, è stato mandato in battaglia contro le orde di Ghoul risvegliatesi nelle Grandi Cripte cittadine. Qui approfondì i rapporti con le milizie locali e si denotò per la capacità di stringere buoni rapporti con i compagni di caserma. Divennero inoltre famose le sue idee piuttosto forti riguardo alle autorità divine dei reami. Idee che trovarono largo apprezzamento presso i soldati della milizia e che contribuirono ad incrementare il malcontento nei confronti di Nagash e i suoi araldi. Nello stesso periodo conobbe Dulcinea Dafne Aurelian, con la quale instaurò un rapporto amicale piuttosto intimo negli anni seguenti, per poi rendere pubblica la loro relazione. All’età di 16 anni prese parte alle scorribande di sabotaggio nei confronti delle Schiere di Ancelle di Neferata. Ma è soltanto 5 anni dopo che Rasca Fervor diede sfogo realmente alle sue capacità militari. Una tragica infestazione di Skaven esplose a Morthaven. Arrivati in città grazie alle navi mercantili commerciali, i Figli del Ratto Cornuto si insediarono a fondo nelle viscere delle fogne e iniziarono a lanciare attacchi sempre più cruenti ai danni dei cittadini della Capitale. La situazione si fece talmente tragica che le Milizie cittadine furono richiamate dai confini per fronteggiare la minaccia interna. L’unità Fervor, che allora prestava servizio come sergente, fu una di quelle incaricate di risolvere la minaccia. Ben conscio del fatto che era impossibile risolvere la situazione mediante il mero uso di forza bruta, data la disparità di forze presente e in costante aumento, Rasca elaborò un piano giudicato da molti un azzardo. Approfittando dal vuoto amministrativo lasciato dalla morte prematura della maggior parte degli altri ufficiali a causa della minaccia Skaven, il sergente prese contatti con il mercato nero dei Grot e si procurò una mastodontica quantità di Warpietra. Fece poi interrare la stessa nella grande Sterno Cripta di Morthaven, nelle fondamenta della penisola. Qui, assieme agli ingegneri cittadini costruì un complesso sistema di pesi e contrappesi che consentivano la chiusura in remoto delle grandi volte. Gli Uomini Ratto, attirati dal succulento bottino, caddero in gran numero nella trappola che, infine, scattò e venne chiusa. Rimaserò dentro due mesi e, finita la Warpietra, iniziarono a divorarsi tra loro. Al terzo mese Rasca diede l’ordine di aprire la Cripta al cui interno erano rimasti solo due dei ratti: i più forti. Infine li liberò entrambi. Poiché quegli Skaven non mangiavano più Warpietra. Quegli Skaven mangiavano solo altri Skaven. Al termine della Campagna, molte delle cariche militari di alto rango precedenti all’invasione erano decedute. Il vuoto politico e le azioni compiute dall’Unità di Rasca Fervor gli valsero il titolo di Capitano al comando delle Milizie cittadine, nonché notevoli contatti ( alcuni contestati dai più ) con persone influenti a livello politico nella città. Da allora, il Capitano è stato distaccato in numerose missioni per molti dei Reami Mortali. Una delle più rilevanti è quella che recentemente ha intrapreso per ordine del Dio Re Sigmar, nel suo tentativo di ristabilire l’ordine nei Reami devastati dalle invasioni del Chaos e dai Portenti Malevoli scatenati dal Sommo Necromante. Nonostante Rasca Fervor manifesti apertamente la sua diffidenza nei confronti delle azioni divine, ha accettato la missione dichiarando di sostenerla in onore dei comuni ideali dei Popoli Liberi e di Morthaven Imperitura. Attualmente lavora in stretta collaborazione con il Capitano Lukas Pollux nell’obiettivo di far luce sui misteri di Lunaria, ed entrambi hanno ricevuto la Chiamata di Martes e raccolto un’unità di professionisti convocati essi stessi nel medesimo luogo.


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Pensieri di Rasca Fervor:

Lukas Pollux:
nei Reami Mortali alcuni eventi sono molto rari. Così rari che spesso poche persone possono ricordarne i precedenti. Io di certo non sono una di queste, ma so che questi sono tempi di portenti e di grandi disgrazie. E, sicuramente, di disgrazie ce ne sono poche così grandi e rare per un Capitano della Milizia di Shysh di ricevere una delegazione da niente meno che il benedetto Reame dei cieli, sede del Dio Re. Quando mi dissero che era necessario formare una Compagnia di indagine sulle ‘chiamate’ che avevamo comunemente udito, mi chiesi come fosse possibile che soggetti tanto diversi tra loro avessero percepito qualcosa di così simile. Le persone non possono comprendersi appieno tra loro. Se questo fosse possibile, forse i rapporti tra i Reami non sarebbero quel macello burocratico che invece sono. Quando ho conosciuto Lukas Pollux dal vivo, ho capito che due cose hanno un limite ben preciso: il numero di ninnoli che un uomo può avere addosso e la nostra percezione delle eccezioni alla norma. Il Capitano del Regno dei Cieli dimostra tutte le caratteristiche degli Azyriti: borioso, proveniente da una vita agiata, una propensione al mostrare i propri gradi – ad amici e nemici indiscriminatamente – e la volontà di splendere agli occhi del proprio Dio Re. Ma c’era anche altro, in quell’uomo. Qualcosa che quasi mai si vede nascere in chi vive senza sperimentare la disperazione e la perdita. E’ quella cosa che serve per andare d’accordo con me: la Volontà di aiutare gli altri, di mettere da parte le proprie debolezze e sacrificare tanto per avere anche poco, ma non per sé stesso. Non so se come pretende il Dio Re sarò all’altezza del compito di guidare la Compagnia assieme a Lukas. Ma so che, con lui affianco, sicuramente sarà più facile.
Tema Musicale: Like a Stone, Audioslave
Colore: Giallo

Robert Crunchwood:
‘Crunchwood? Ma chi cazzo te lo ha dato questo nome?’ dissi, mentre io e Pollux aiutavamo l’avanzo di galera in dopo sbornia a camminare, per allontanarlo dalla cella dalla quale lo avevamo prelevato per arruolarlo nella Compagnia. Incespicando e borbottando insulti a mezza bocca, il reietto sputò un grumo di sangue per terra e gli cacciò una pedata sopra, incrinando le assi di legno con un sordo ‘crack’. “Ecco chi me l’ha dato! Il pavimento, stronzetto”. Quel gesto mi fece ridere più del dovuto. Capii subito che la soffiata che mi avevano fatto su costui era valida. Un soggetto quantomeno istrionico ma diavolo se è valido Robert. Se ti avvicini e guardi suoi occhi di ghiaccio dicono tu possa vedere specchiata la tua stessa anima, ma poi lui ti spacca comunque la faccia. Quando non se la spassa con qualche sciacquetta incontrata in osteria, o al mercato, o in armeria, o per strada, o nel suo letto senza ricordarsela, dedica il proprio tempo ad allenarsi con armi e pugni. E questo lo rispetto. Lo rispetto in particolare perché, se avessimo più soggetti come lui, forse a Shysh non avremmo problemi coi Ghoul. Ma, in effetti, forse avremmo ben altri problemi.
Tema Musicale:Spit it Out, Slipknot
Colore: Indaco

Frederich Haal:
Ma che diavolo è successo qua? Di pistole già ne portava ma queste quante sono? Quattro? Cinque e un fucile? Devo davvero smettere di farmi queste domande. In fondo la Compagnia può vantare forse il miglior archivista dei Reami, proveniente da Chemos. Merita tutto il mio rispetto e gode anche di notevoli abilità nel tessere relazioni con gli altri gruppi di Lunaria. Certo, con una bottiglia bella piena in mano, tutto si fa ancor più semplice per lui. Beva il forte! Frederich alle porte!
Tema Musicale: Chop Suey, System of a Down, Toxicity
Colore: Arancione

Bartenhod Von Steiner:
“Complimenti, sei bello corpulento. Che ti sei mangiato? Un Gore-grunta?” “Ci assomigliava! Prima di mangiarmelo mi disse che era tua madre”. Il buon Bartenhod, è un ragazzo orgoglioso, ma il suo cuore è più grande del suo stomaco. E’ determinato, anche se si fa prendere da idee un po’ strane, a volte. Idee che possono essere utilizzate se adeguatamente indirizzate al nemico giusto. Possibilmente uno che non corre troppo velocemente. Quello in cui pecca in velocità di movimento, Steiner lo compensa con una stoica Volontà di proteggere ciò a cui fa la guardia. Stoico, caparbio e pungente, la nostra Guardia di Palazzo è spesso quello pone un punto invalicabile tra la prima fila e le retrovie. E spesso anche quello che ci salva dalle avventatezze di Haal.
Tema Musicale: Invaders Must Die, The Prodigy
Colore: Smeraldo

Adam da Blackrose:
l’amicizia è un altro dono raro nel Reame della Morte. Soprattutto lo è vivere abbastanza per coltivarlo. Io e Adam abbiamo vissuto abbastanza negli stessi luoghi per condividere e coltivare sia l’amicizia sia il dolore della perdita. Siamo cresciuti come cadetti nella stessa militanza, ma i suoi lutti lo hanno portato a scegliere altre strade per il proprio futuro. Non so se sono stato un buon amico per lui, forse avrei dovuto stargli più vicino in quei momenti. Ma non ero ancora ferito allora e non potevo capire. Ha vissuto da solo a lungo e ha affinato ancor più le sue già letali arti di combattimento, specializzandosi nell’eliminare gli arcanisti e nello sfruttare l’arte alchemica. Devo dire che non conosco bene quest’ultima, ma qualunque cosa sia è dannatamente efficace nelle mani di Adam. E’ l’unico della Compagnia che sa di Dulcinea e ha conosciuto il suo sorriso. Quando persi lei, mi donò una spada intrisa nel sangue di stregoni come quelli che avevano messo fine alla sua vita. Mi disse anche il nome della lama: Clayrvoiance. “Perché tu possa vedere oltre la rabbia e la disperazione che ti affligge ora, vecchio mio”. Gli sarò sempre grato per quelle parole, anche se, ancora, quell’idilliaca visione mi è preclusa. Da allora è passato troppo tempo, e Clayrvoiance non mi serve più, poiché ho ritrovato la mia Dafne. Il mio amico ancora, però, temo brancoli nel buio.
Tema Musicale: Trip the Darkness, Lacuna Coil, Dark Adrenaline
Colore: Amaranto

Eleanor Gotier:
non sappiamo chi sia. Non sappiamo da dove venga, che cosa abbia fatto nella propria vita. Conosco davvero molta gente, nel mio Reame. Ed è davvero strano che non abbia mai sentito parlare di lei. Eppure le sue abilità sono raffinate, non sembra una principiante. Certo ha dimostrano una buona forza di Volontà, ed è quel che serve per entrare nella Compagnia. Ma la sua motivazione? Io non la conosco. Sfido chiunque nel comprenderla. Non sta a me giudicare, ma guidare e mantenere salda la prima linea. Però preferisco conoscere i soldati coi quali condivido il sangue versato sul campo di battaglia e il pane. Non che mangi molto, Eleanor, in effetti… La mia non voglio che venga scambiata per sfiducia, ma su Shysh ci insegnano a dubitare prima di affermare di aver scovato la verità. Ma, forse, tutto il mio giudizio è influenzato solo da un fatto che magari non voglio ammettere. Questa ragazza e il suo proporsi nobilmente per un compito votato ad aiutare gli altri, senza pensare alla propria sicurezza, sia anche col filo di una lama, mi ricorda della persona che ho perso nel mio passato. Quel passato che con tanto impegno cerco di non far trapelare nelle mie emozioni.
Tema Musicale: The Sound of Silence, Noula ( female cover of Simon & Garfunke’s song )
Colore: Porpora

Vergil Drachen:
Un grande guaritore e una persona dal cuore d’oro. Sono davvero grato di averlo nella Compagnia. E poi avrei pagato oro per vedere la scena in cui ha consegnato il pendente alla Jarl Swann. E’ andata davvero bene, tutto sommato. Certo sa essere ambiguo, non ho mai visto mescolare così tanti reagenti e componenti magiche con l’alcool. Mi chiedo se voglia affogare anche lui un passato burrascoso come il mio o quello di Adam nel bere a garganella, ma quello che temo sempre più, è che semplicemente Vergil si sia bruciato qualche ingranaggio nella testa a furia di sregolatezze. Ma a me non frega granchè, ho grande rispetto per i curatori. E noi possiamo dirci fortunati di averne uno di cotanto talento e spirito di squadra. Anche se, davvero, non so come faccia a rimanere lucido. I misteri dei Reami.
Tema Musicale: Schism, Tool, Leteratus
Colore: Celeste

Marcel Bauer:
se solo la sua lama non risultasse affilata quanto la sua lingua fastidiosa, lo avremmo già buttato fuori. Scompare sempre all’alba delle missioni per ricomparire un po’ quando pare a lui. La prima cosa che senti quando è nelle vicinanze è una battuta sagace e fastidiosa, sempre se sei fortunato. Altrimenti l’unica cosa che farà scappar da ridere saranno le risate della Compagnia, davanti alle tue budella che fuoriescono. Alle volte sa essere davvero fastidioso, ma anche simpatico. Non sembra andar d’accordo con ‘l’inquisitore’. Che strano. Bè col tempo mi sto davvero affezionando a questo ragazzo. Mi sento responsabile nei suoi confronti. Probabilmente questo gruppo di deviati mi sta facendo perdere il lume della ragione a mia volta.
Tema Musicale: Buck Dich, Rammstein, Sehnsucht
Colore: Verde

Inquisitore Nikolas:
Ora. Non so voi. Ma questa Inquisizione io non la conosco. E ne ho girati, di Reami. Ma degli sfegatati, estremisti, xenofobi come questo, ancora non ne avevo visti. Forse è vero quello che dice. Lui non sembra venire dalla nostra epoca. Piuttosto sembra provenire da una se si vuole ancor più oscura, in cui la magia è un timore per ogni popolo e i nemici si annidano ovunque. Non ha molte memorie del proprio passato. E, forse, è meglio così. Credo disprezzi il mio modo di pensare. Quel che è sicuro è che io non apprezzo gli estremisti come lui. Ma apprezzo i bravi comandanti. E lui pare avere più esperienza militare di molti altri. Questo lo posso ammirare. Comunque ho combattuto al suo fianco e, nonostante le divergenze ideologiche, posso fidarmi di lui quando si tratta di difendere i Popoli Liberi dal Chaos. E, cavoli, è davvero un fanatico di Sigmar questo. Cioè non mi stupirei se si facesse fare dei gran ritratti del Dio Re sul suo trono o in altre pose più mondane e li utilizzasse per tappezzare le sue stanze. … Da rabbrividire. Un giorno glielo potrei far conoscere. Ma dovrò ricordargli di portarsi un cambio pulito di pantaloni per quel giorno, temo.
Tema Musicale: The Last Witch Hunter Theme Song
Colore: Grigio

Dulcinea Dafne Aurelian:
l’ho capito sin dal principio. Certe cose funzionano così. Lo fanno per me, almeno. Certe persone non entrano nella nostra vita per poi scomparire, per lasciare spazio solo a ricordi e timori di quello che non è stato detto, non è stato fatto. Certe persone plasmano per sempre la nostra esistenza. Per me lei è questo. La ragazza spaventata dal mondo che incontrai la prima volta in Accademia, molti anni orsono. La ragazza che ha combattuto e vinto i propri spettri interiori come io non ho saputo fare con i miei, anche se non se ne è mai resa conto nella sua dolcezza. La ragazza che mi ha sempre ammirato. Lei è l’oceano nella mia camera da letto, l’arcobaleno nella cella di prigione. Ha un potere immane, non solo su di me. Ma non se ne rende conto. Ogni tanto penso anzi che lei lo sappia. Ma che non lo voglia utilizzare perché più saggia di tutti noi messi assieme. Tra le tante battaglie che ho combattuto e tutti i miei fallimenti, solo lei rimane la mia vera vittoria. Mi rende un uomo fortunato. Fortunato e immeritevole. Quando temetti di averla persa, il mio mondo mi crollò addosso, come uno specchio infranto dalle illusioni con le quali giustifichiamo il nostro agire. L’ho cercata ovunque, gli dei soltanto sanno quanto sangue ho sputato per trovarla. Eppure, ovunque io andassi, lei non c’era. La stessa forza oscura che mi aveva privato di lei sembrava rendermi impossibile il ritrovarla. Come un gioco perverso, fui illuso ulteriormente di trovarla su Lunaria. Ma inizio a pensare che, gli sgradevoli scherzi che gli Dei ci volgono addosso, siano alle volta le cause stesse della loro rovina. Poiché, grazie al fatto che mi trovavo in quel luogo tanto distante da casa, nel quale essi non potevano mantenere le leggi dell’universo sotto il loro gioco, fu per lei possibile eseguire un rituale per evocarmi dove si trovava. La città di Shadespire. Qui, assieme a degli emissari del Dio Re Sigmar, ella aveva infranto gli specchi dell’apparentemente impenetrabile prigione nella quale si trovava. Inizialmente Averon Stormsire, l’Eterno che la aveva aiutata ad evocarmi al fine di trovare una via di fuga, intendeva seguirci per comunicare a Sigmar che cosa aveva scoperto su quel luogo. Avevo già conosciuto lo Stormcast in una campagna tempo addietro. Anche se non apprezzo le scelte del suo creatore, i suoi soldati mi hanno sempre suscitato un certo rispetto per il loro operato. E una certa pena per l’obbligo impostogli di servire anche dopo la morte. Obbligo che, nonostante tutto, non mi pareva tanto diverso dal tanto disprezzato agire di Nagash che sfrutta orde di Non Morti. Ad ogni modo, chi sono io per giudicare se non vengo giudicato a mia volta. Averon era un uomo fidato e ci accompagnò con la sua unità di Scioglimaledizioni fino al punto che Può Essere Infranto. Lì, reduci di un attacco dei seguaci del Dio del Sangue e dei Teschi, decise però di non seguirci e di continuare la propria missione all’interno della città maledetta. E’ anche grazie a lui, se ho ritrovato la mia amata Dulcinea. Gli sarò sempre grato e, un giorno, tornerò a liberarlo da quel luogo. Lui e i suoi compagni. Ad ogni modo, una cosa da allora mi crea disagio. Una premonizione di cui Stormsire mi ha narrato: per evocarmi, era necessario un prezzo da pagare, di cui però lui non era a conoscenza e non era riuscito a notarne l’effettivo pagamento. In quella città irta di riflessi e illusioni, la mia immagine allo specchio durante i combattimenti mi pareva fermarsi e sogghignare mentre mi osservava. Quella visione, tutt’ora mi perseguita. Ma ora Dulcinea è di nuovo con me e questo è tutto ciò che conta.
Tema musicale: Numb, female version
Colore: Ametista

Venerio Fede: ‘Il Toro’
Questo ragazzo è davvero sicuro di sé. Mi piace. Mi ricorda me da giovane, sotto certi aspetti. Non tanto per l’esagerata fiducia nella propria forza che, sincera mentente, non ho mai nutrito nei miei confronti, ma quanto per l’impegno che mette nel perseguire i propri ideali. Protegge il prossimo e in più di un’occasione si è dimostrato un fedele compagno di squadra, pronto a frapporsi tra i suoi amici e gli orrori che il mondo gli ha riversato addosso. So che questo non è innato, ad ogni modo. Ha sofferto. Ha perso tutto. E’ risorto dalle ceneri della propria disperazione. Ora più che mai ha bisogno di guide e di persone con le quali costruire il futuro. Spero che in noi possa ritrovare la famiglia che tanto ingiustamente gli è stata strappata via. Spero di non deluderlo.
Tema musicale: The House of the Rising Sun, Sons of the Anarchy Version
Colore: Alabastro

Franz Otto Von Soldaten:
Ho fallito. Come compagno. Come Capitano. Ti ho lasciato solo laddove nessuno dovrebbe cadere senza fratelli. Tu eri un fedele. E non di quegli invasati che tentano in tutti i modi di propinarti una fiducia in atti reputati giusti solo dalla propria morale soggettiva. Eri un fedele che mi faceva sperare. C’era una dolcezza, nel tuo modo di dirmi che un giorno mi avresti fatto cambiare idea su Sigmar.. Le tue parole mi sembravano voler dire “Un giorno ti farò ritrovare la fede anche in te stesso, il tuo odio per gli dei passerà come il disprezzo per la tua stessa persona”. Diamine, forse avevi ragione. Ma ora non lo saprò mai. Non ti ho mai chiesto scusa. Quasi sputavo il nome ‘prete’ mentre lo pronunciavo inizialmente. Hai notato che, dopo pochi giorni, la mia opinione era cambiata? Hai potuto vedere che ci tenevo a te? Ho combattuto quella sera. Ma nel modo sbagliato. Ho fatto di tutto e non ho ottenuto niente. Perché non valgo, niente. Dovevo esserci io, al tuo posto. E invece a questo mondo rimangono solo i peggiori. Quelli come me sopravvivono e quelli come te, vengono puniti. E’ questo il nostro magro bottino, in questa vita. Ma tutte queste cose tu non le saprai mai. Rimarranno a me. Come monito, di essere migliore. Di tentare. E di mettere fine ai rimpianti.
Tema musicale: Otherside, Red Hot Chili Peppers
Colore: Oro


La Compagnia di Morthaven: ciò che penso non ha davvero importanza. Sono incaricato di guidare e portare alla vittoria la Compagnia, costi quel che costi. Ma credo che tutto abbia un prezzo, da pagare con la moneta adeguata. Il valore dell’ultimo pagamento a questa vita fatta di scherzi degli Dei, è la misura ultima della nostra anima. Solo la nostra Volontà di cambiare le cose per il meglio nel presente può ripercuotersi su passato e futuro. Quando entri nella Compagnia lasci indietro tutti i tuoi errori, la confusione, le emozioni. Vieni accettato come sei. Per cambiare le cose in una battaglia ben più grande di quelle quotidiane di ognuno di noi. Insieme, possiamo lasciare un solco che fatto individualmente non avrebbe alcun significato. Il nostro sacrificio ci porterà a tornare da dove siamo venuti per vederne i frutti e, se saremo bravi, per porre fine alle sofferenze di quest’anima tiranna.
Tema musicale: What Makes a Good Man? The Heavy, The Glorious Dead
Colore: Ebano


by Valentina Malavenda

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DULCINEA DAFNE AURELIAN

Interpretato da:

Agnese Monari

Ruolo:

incantatrice

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Background Personaggio:

Vita. Morte. Morte. Vita.
Fin dalla mia infanzia, o almeno da quando ho memoria, sono stata influenzata su discorsi sulla vita e sulla morte, un passaggio così labile e allo stesso tempo così profondo. In fondo, sono nata e cresciuta a Morthaven, una città decisamente non facile e in un piano poco ospitale.
Probabilmente il tutto è stato enfatizzato nel corso del tempo, la mia percezione è stata sfalsata anche da quando ho capito di possedere poteri magici che possono modificare per sempre – in un modo o nell’altro – la vita di qualcuno. Se all’inizio erano instabili e dagli effetti precari o comunque poco efficaci, da quando ho iniziato a studiare percepisco che il potere e l’efficacia diventa sempre più forte. Più mortale.
E’ diventata come una droga, la conoscenza e lo studio è diventata la mia dipendenza. Non potevo però affrontare tutto questa da sola, da autodidatta. Così ho iniziato a studiare presso uno dei collegi di magia più prestigiosi di Morthaven, e lì ho imparato tantissimo su come gestire questa forza interiore e come farla diventare più potente. Intanto che proseguivo i miei studi, ho conosciuto Rasca, il mio amore. Eravamo, e siamo tutt’ora, fatti l’uno per l’altro. Più stavamo insieme, più volevamo passare altro tempo insieme.

E all’improvviso, il buio.

Ho un vuoto nella mia mente per un lasso di tempo che credo essere piuttosto ampio, devo essere stata risucchiata in un limbo di morte. Ricordo solo che mi sentivo sola e impotente, come se qualsiasi cosa volessi fare fosse del tutto inutile rispetto alla potenza dell’entità che aveva creato ciò. Più ero lì, più mi sento risucchiata della mia linfa vitale. In realtà, ora che ci penso riesco a riconoscere questa città, è Shadespire. E’ un luogo di cui purtroppo si hanno soltanto racconti negativi, dati dalla follia e la furia del Dio Nagash che l’ha rovinato e distrutto terribilmente rendendolo ormai solo l’ombra di quello che era. Gli avventurieri che vagano qui spesso hanno perso i loro compagni e si sono rafforzati a furia di stare in questo mondo ostile. Sono finita nella Città degli Specchi, un vortice di illusioni e follia che preclude l’uscita a chiunque ci entri. Inutile dire che ho provato più volte ad andarmene, ma da sola non ne avevo le forze. Sono troppo debole per riuscire a scappare via da qui. Poi, il caso o la fortuna, ha fatto in modo che io conoscessi un gruppo di uomini forti e potenti. Il più grande tra loro è Averon Stormsire. (Oh santi numi).. è uno Stormcast, un araldo del Dio Sigmar, in persona! È insieme alla sua Compagnia sta cercando alcuni dei suoi compagni, anche loro persi nella Città degli Specchi. Chiedo a lui aiuto, gli racconto la mia storia e che se riuscissi a richiamare qui il mio Rasca potremmo andarcene e fuggire via da li, ma che da sola non ho ancora le capacità per evocarlo qui da me. Forse per senso del dovere, o forse perché gli sembravo decisamente disperata, mi aiuta e con la sua forza e conoscenza riusciamo a creare un rituale per riportarlo proprio da me. Dopo tutto quel tempo.

E di nuovo, all’improvviso, la luce.

La prima cosa che ho visto una volta risvegliata per davvero, anzi azzarderei ritornata alla vita, è stato proprio Rasca. Oh, quanto mi era mancato. Quando ritorno in sesto mi racconta tutto quello che aveva affrontato per riportarmi fuori da quell’inferno, e in più parla, parla, parla di tutte le avventure che aveva avuto nel frattempo. E intanto mi parla della Compagnia di Morthaven, dei suoi compagni, degli ottimi guerrieri e dei maghi valorosi, e sento che quel racconto mi trasporta più dovuto. Lo sento in parte anche mio, anche se impossibile. E’ come se a figurarmi già il luogo del suo racconto, Lunaria, il Nexus. E’ come se vedessi quello che succede, lì a Vilegis. Più prosegue il racconto dei pericoli trascorsi, del nemico presente, più sento prepotente una chiamata a partecipare. Al suo fianco, al loro fianco.

Io non so come potrei partecipare in una guerra. E’ vero, ho la mia fidata lancia, bellissima e utilissima nei momenti di emergenza, la mia Giuditta che è stata in grado di ferire e talvolta uccidere i vari “Oloferne” che si sono imbattuti nel mio cammino, ma conto principalmente di proseguire a studiare. E’ la cosa che mi viene veramente bene, rispetto a tutto il resto. E so che questo è l’unico vero modo in cui posso aiutarli ed essere utile.
Ed è così che poi mi presenterà a tutta la Compagnia, e diventiamo una vera squadra.

Battle for Vilegis 2019


Da quando ho ricevuto la chiamata e sono stata su Lunaria niente è stato più lo stesso.
L’incredibile senso di invincibilità mi aveva pervaso; lì non era come sui nostri reami, come su Morthaven.
Su Lunaria sembra tutto così facile – o quasi.
Qui a casa non esiste giorno in cui tu esca per le strade e che non rischi di venire attaccato da vampiri o bestie demoniache: e se ti prendono impreparato puoi anche dire ciao ciao alla tua vita.
Soprattutto se si è un mago come me. E’ vero che i maghi hanno tanti poteri, certo, e possono incrementarli con il giusto tempo e lo studio, ma alla fine delle cose quello che conta è la corazza che hai addosso contro i nemici, e io mi vesto con un semplice vestito. Bellissimo e finemente curato, ma pur sempre un vestito.
Su Lunaria invece no. Posso essere attaccata e nel giro di un battito di ciglia torni in vita, come il migliore degli incantesimi, che se solo sapessi riprodurlo a Morthaven diventerei la leggenda di tutti i reami.
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Quindi ho deciso di cercare di migliorare e dare il meglio su due fronti nei due mondi che ho incontrato e conosciuto per fare quello che posso contro il grande Necromante: a Morthaven impego la maggior parte del mio tempo allo studio nelle Accademie di magia, confrontami con gli altri grandi maestri; mentre su Lunaria voglio poter schierare sul fronte, fianco a fianco dei miei compagni per cercare di far prevalere lo spettro dell’Equilibrio.

Lo studio fa parte della mia vita, senza conoscenza non si può vincere, quindi comunque spenderò le mie energie a quello anche su Lunaria, ciò non toglie che cercherò di far vincere il nostro spettro anche grazie alla mia adorata Giuditta.

by Valentina Malavenda

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BARTENHOD VON STEINER

Interpretato da:

Andrea Bartelle

Ruolo:

Cavaliere Ecatombe

by Valentina Malavenda

Background Personaggio:

“Che splendida mattinata” non riesco a togliermi dalla testa questo pensiero, d'altronde non tutti i giorni sono di permesso. Ma oggi e' diverso, la mente continua far visita ai miei ricordi più reconditi, dapprima l'imboscata delle bestie adoratrici degli dei oscuri da cui uscimmo sani e salvi solo io e Fredrich mentre portavamo soccorso a quel capitano di Azyr, della sua faccia di quando invece che un scintillante reggimento comparvero solo due malmessi alabardieri e al suo “Dove sono i rinforzi?” risposi “ECCOCI!” e per quanto fu dura ne uscimmo comunque vittoriosi. In seguito a quell'evento il Re ci convocò entrambi e fu allora che la mia vita cambiò,
mentre io accettai di buon grado la promozione a guardia reale, Fredrich decise di percorrere un altra via che lo avrebbe portato chissà dove.
I giorni come guardia reale passavano da un ricevimento ad allenamenti costanti per garantire la sicurezza del sovrano, e dopo non molto tempo quello che era entusiasmo si mutò in fredda apatia, a volte non mi sentivo nulla di piu' di un ornamento della sala.
Tutto cambiò quando un giorno venni convocato dal Re in persona, vedevo che già
dalla mattinata c'era fermento ma ignoravo per quale motivo.
Quabdo giunsi nella sala reale vidi lo stesso capitano di Azyr e un altro noto capitano della città che conversavano col Re, appena sua maestà mi vide mi fece un cenno di invito e mi avvicinai. “Ecco questo e' Von Steiner, una delle mie guardie piu' fidate, sono sicuro che le sue capacità e il suo zelo vi saranno vitali per le imprese che vi siete prefissati!” Quel giorno entrai nella compagnia di Morthaven e tutto cambiò, iniziai a girare per il regno e finalmente iniziai a combattere e a cambiare il destino di queste terre!!
Con questi pensieri mi dirigo verso la locanda lungo la vecchia via che costeggia il fiume Loder quando all'improvviso una tenue vocina attira la mia attenzione...

“Aiutami ti prego!!”

istintivamente afferro la mia alabarda con anche l'altra mano prima di accorgermi che si tratta di una bambina, al che mi rassicuro e mi avvicino per parlarle.

“Che fai qui da sola piccola?” pronuncio con tono gentile.

“La mia mamma... l'ha presa!!” e scoppia in un pianto disperato.

“Chi l'ha presa?” domando.

“La Bestia! Ha preso la mia mamma è l'ha portata nella caverna dietro la cascata!”

Avevo sentito alcuni contadini parlare di un solitario uomobestia mutato dagli dei oscuri che scorrazzava per i boschi e nessuno riuscisse a trovarlo perchè si rifugiasse da qualche parte nel bosco, ora avevo un occasione per dare un po' di pace a questa gente.
Con fare gentile dissi alla ragazzina che sarei tornato presto con i miei compagni e che avremmo salvato la sua mamma, lei mi obbiettò che non avremmo fatto in tempo cosi' decisi che malgrado i rischi di affrontarlo da solo potevo bastare io per un solo avversario, prima di dirigermi alla grotta la bambina mi fermò un attimo e allungando la mano fece cadere nella mia 3 piccole gemme blu. “Mamma mi ha detto che sono magiche e proteggono chi ha il cuore di un giusto! Prendile, io vi aspetto qui vicino che c'è la fattoria di alcuni amici!” Detto ciò abbasso lo sguardo verso le gemme e nel momento che lo rialzo la bambina e' scomparsa, non ho tempo ora di badare a certe stranezze, ho una missione di estrema importanza ora! Con questo pensiero mi volto e mi dirigo alla cascata, dopo non molto camminare la raggiungo e rimango sorpreso nel constatare che la bambina avesse ragione e vi fosse una grotta dietro la cascata. Con fare cauto mi addentro dentro l'antro di roccia e passo dopo passo l'dore di muschio e umido mi permea le narici. All'improvviso sento un incredibile calore provenire dalla mia tasca e appena metto la mano dentro ed estraggo le gemme mi accorgo che si sono illuminate di una luce abbagliante che aumenta di intensità di secondo in secondo, poi venne la voce, calda eterea e forte come un tuono. “Una nobile volontà guida i tuoi passi Bartenhod, continua su questo sentiero e cambierai i destini di molti!” poi il buio.

Quando mi risvegliai ero disteso in una piana, le gemme era ancora strette nella mia mano cosi' come tutte le mie cose. Mi alzai e con stupore vidi i miei compagni giungere uno dopo l'altro da ogni direzione.

Cosa sta succedendo?? e dove diamine sono??



by Valentina Malavenda

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VERGIL DRACHEN

Interpretato da:

Marzio Dudine

Ruolo:

medico - cerusico da campo

by Valentina Malavenda

Background Personaggio:



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VENERIO FEDE - IL TORO

Interpretato da:

Daniel Paoletti

Ruolo:

Cavaliere Ecatombe

by Lura Munsel

Background Personaggio:

Venerio Fede nacque in un villaggio nei pressi di Morhaven da una famiglia di fabbri. Già in giovane età la sua occupazione principale consisteva nell’assistere il padre presso la fucina di famiglia, fabbricando scudi per gli innumerevoli guerrieri, soldati o cavalieri che si preparavano per una grande avventura. Ogni giorno veniva sommerso di meravigliosi racconti pieni di gesta eroiche e descrizioni di orribili creature incontrate in zone inesplorate, ciò non faceva che aumentare il desiderio di viaggiare.
Col passare degli anni il duro lavoro da fabbro lo rese forte e robusto, tanto da essere sopranominato “il Toro” , questa sua forza lo rendeva sicuro di sè e sempre deciso a lasciare quello sporco pezzo di terra per vivere una delle tante storie che aveva sentito da bambino.
Purtroppo il destino volle che una banda di Orki nei pressi di Morthaven mettesse i propri occhi avidi sul piccolo pacifico villaggio, condannandolo ad una selvaggia razzia il giorno seguente. Durante il brutale assalto, Venerio si ritrovò faccia a faccia con una di quelle barbariche bestie. Nonostante la fiducia che possedeva verso la propria forza, il “Toro” fù rapidamente battuto e scaraventato nel magazzino delle armi come un sacco di patate. Si ritrovò sommerso dai suoi stessi scudi, disorientato e in fin di vita, mentre tutta la sua vita andava in fiamme.
Il mattino seguente si risvegliò, e uscendo dal suo nascondiglio vide un paesaggio di devastazione, stranamente gli scudi che lo ricoprivano lo avevano salvato dalle fiamme e dalla brutale carneficina che gli si parava davanti. Non gli rimaneva nessuno, la rabbia cresceva, ma non solo verso i diretti responsabili, ma anche verso se stesso, poichè non era riuscito a proteggere le persone a cui teneva. Mentre camminava fra le rovine di quella che era la sua casa, una senzazione di calore lo invase e strani suoni cominciarono a rivelarsiattorno a lui, presto capì che era la voce di una fanciulla. Pensando fosse qualche sopravvissuto, si lanciò in una frenetica ricerca, alzando tegole spezzate, enormi massi o corpi carbonizzati, ma niente, non trovò nessuno. La voce si fece più forte mentre i suoni si trasformavano in parole che evocavano il suo nome, appena se ne accorse si fermò e cominciò ad ascoltare con più attenzione: “Venerio Fede, Venerio Fede, la tua rabbia ho scoperto e nella tua vita hai sofferto, le tue colpe sconterai e il perdono avrai”. “Ma che diavolo...chi sei, cosa vuoi da me?!”Urlò il giovane fabbro, spaventato dalla situazione, ma la voce rimase la stessa, una fastidiosa filastrocca che sentiva ora nella sua testa. Preso dalla disperazione cominciò a lanciare oggetti in varie direzioni, con la speranza di colpire la fonte del suono, ma quando capì che tale azione fosse inutile, si fermò a riflettere. Tempo prima uno dei suoi clienti gli aveva parlato di una strana compagnia i quali membri venivano scelti tramite presagi o misteriosi riti, ma mai avrebbe pensato che ciò potesse capitare a lui, un umile fabbro la cui vita era ormai finita. Compresa la situazione, fece un respiro profondo, e con decisione chiese:”Dove devo andare?”, a quel punto la voce si fermo, pronunciando una parola che non avrebbe mai più scordato:”Morthaven, cerca Rasca Fervor, cerca l'Ecatombe”. Venerio, sapendo che non sarebbe stato un viaggio di piacere, preparò il suo armamentario al meglio delle sue capacità, e si incamminò verso il suo destino, sperando di compiere con il suo voto.

Note:

Io sono Venerio Fede, detto il Toro, vi accompagnerò e vi proteggerò.
Espierò le mie colpe e troverò la forza e il coraggio per sconfiggere gli orki e qualunque nemico vi minaccerà.
Il Toro è ai vostri ordini.
Venerio Fede


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MARCEL BAUER

Interpretato da:

Marcello Perillo

Ruolo:

Esploratore

by Valentina Malavenda

Background Personaggio:

Il cielo stellato e terso illuminava il paesaggio grigio e nero, qualche albero, sterpaglie rinsecchite… pochi nascondigli… innaturale deserto per miglia.

“il solito panorama”

Pensò Marcel avanzando nella notte …una notte difficile per una ronda di esplorazione, la possibilità di essere individuato dal nemico aumenta… ma il nemico non ha bisogno di vedere, basta l’odore del suo sangue e la sua essenza vitale ad attrarre quelle creature cieche e insaziabili che cercano carne umana come un ubriaco cerca l’idromele. “Effettivamente hanno un sacco di cose in comune gli ubriachi e i non morti, non ti capiscono quando gli parli, non riescono a camminare bene e entrambi hanno un alito tremendo…forse quelli morti sono più intelligenti, almeno hanno la decenza non vomitare quello che si mettono in bocca. Non morti del cazzo! ricordo la prima volta che incontrai un non morto… ero piccolo, avrò avuto 5 anni ed ero a letto con la febbre accudito dai miei… alla notizia mia zia si era così preoccupata da venire ad accertarsi delle mie condizioni direttamente dalla tomba…certo voleva mangiarmi ma ci sono famiglie che una volta morte non si prendono neanche più la briga di mandarsi una lettera ahahah… in fin dei conti sono fortunato ad avere dei parenti così premurosi.” Era faticoso trattenere le risate correndo, ma anni di esperienza gli avevano insegnato che un suono in di troppo poteva rivelarsi un grave sbaglio. “Martha ad esempio, piccola, brava sorella minore, graziosa bambina tutta grazie e prego come tante, ma avevamo un legame forte... nostro padre aveva deciso che mangiarle l’intestino sarebbe stato un ottimo modo per distoglierla dalle sue lamentele per la fame, del resto le sue lamentele si sentivano dal cimitero e non riusciva a dormire… questi genitori non sanno mai come prenderle le figlie femmine ahahah.” Probabilmente il fantasma di sua sorella gli avrebbe fatto compagnia anche quella notte, mentre chissà magari avrebbe incontrato quel vecchio marcio corpo di suo padre per mettergli la testa a posto.

“…staccata dal collo per esempio.”

Gli piaceva il bianco e nero della propria guarnigione, gli ricordava sempre che morire non rappresentava una via di fuga, non c’era pace dopo la morte, il bianco del giorno precedeva il nero dell’oscurità, e la sua volontà era di far durare quel bianco il più a lungo possibile per sputare in faccia la propria esistenza a quelle enormi entità che giocavano con le vite e i corpi di persone come lui come se fossero mosche. “non sarò in grado di liberare il mondo dalla presenza di quel Nagah o Nahash o come diavolo si chiama, ma sarò una fastidiosa battuta nel suo orecchio il più a lungo possibile…almeno finché non riuscirò a trovare quella testa marcia di mio padre e liberare la mia povera vecchia dall’incubo del suo ritorno!” Nel suo andare quasi inciampò in un buco…una tomba…aperta da poco… “anche questo qui deve aver sentito nostalgia dei propri parenti” “Magari qualche arguto governatore decretava il problema risolvibile con la distruzione dei cadaveri con il fuoco… cosa molto semplice dato l’esaurimento continuo della legna disponibile per fare sedie sempre più grandi per i loro sempre più grassi sederi, porci corrotti!” Continuava ad avanzare nella notte cercando di coprire i rumori del suo andare e di coprire i suoi pensieri e le sue paure con l’umorismo, tutti odiavano quelle battute al campo di addestramento, ma erano l’unica cosa che lo mantenevano saldo contro la follia quotidiana di quel reame dimenticato da Sigmar. “Ma va così, nasci nel posto giusto e devi preoccuparti di non mangiare troppo maiale, nasci nel posto sbagliato e devi preoccuparti di non essere mangiato dal maiale.” Le famiglie di semplici contadini hanno sempre avuto la peggio in queste battaglie tra dei, tanto valeva arruolarsi e andare incontro alla morte piuttosto che aspettare di essere smembrato nel proprio letto. “A proposito sono proprio stanco morto! ahahahah oh Sigmar questa era brutta pure per me…forse sarà ottima da dire dopo che qualche negromante pidocchioso avrà deciso di trastullarsi con le mie ossa” La ronda era lungi dall’essere completa ma un paio di minuti di riposo non sarebbero stati di guasto…
Una luce gli comparve innanzi; il fantasma di sua sorella sopraggiungeva in un evanescente immagine, il viso dolce circondava i suoi grandi occhi vivaci e l’intestino le penzolava strisciando dal ventre squarciato. “beh come sempre in questi 13 anni non sei invecchiata, sembri quasi cresciuta… forse ti si è allungato l’intestino? ahahah.. come? devo seguirti? lo sai non possiamo giocare a saltare la corda con quello, non hai qualche amico fantasma con cui farlo? e poi non ho molto tempo, dove vuoi portarmi?” Nutriva uno strano attaccamento a lei, ogni volta che compariva sua sorella sentiva di doverla proteggere dall’influenza di qualche stronzo pronto a trasformarla in una sua schiavetta eterea…raccontare le sue battute a Nargash avrebbe aspettato finché non avesse trovato il modo di liberare Martha da quella condizione… nei momenti in cui Martha gli compariva il suo senso dell’umorismo lo abbandonava lentamente per lasciare il posto ad una volontà salda che lo riempiva di forze per andare avanti. La notte era giovane e intuì che ci fosse qualcosa di strano nella comparsa così precoce dello spirito. decise di seguirla fino a che un forte bagliore non lo investì, fasci di luce lo avvolsero e riuscì solo a intravedere la sagoma di un portale, mentre il volto di Martha svaniva, sorridendo.

“Martha!”

dopo qualche momento di confusione si ritrovò steso in un campo verde.

“ Verde!? dove diamine sono?”

non vedeva così tanto verde da quando quell’invasione di zombie era andata a schiantarsi contro le mura del forte ovest…ma questo era un verde diverso, un verde pieno di vita, un campo erboso… annusò a pieni polmoni l’inaspettato profumo e si lasciò andare alla stanchezza avvolto da quelle nuove sensazioni

“Beh! Se questa è la morte mi chiedo perché cazzo quegli idioti persistano a tornare in vita!”.

Forse in quel posto avrebbe trovato qualcuno a cui chiedere aiuto per Martha.

“Ehi coglioncello! svegliati prima che ti prenda a pedate!”

...Forse quel posto non era così diverso da casa come pensava.
Si girò di scatto spada in pugno, ma riconobbe subito i colori della propria divisa… la cenere e l’oscurità erano giunte anche in quel posto stupendo. Conosceva quello che lo aveva svegliato, era un soldato della guarnigione centrale, nessun segno di decomposizione…a prima vista non era una testa marcia. Da quel che ricordava non era un idiota come molti della guarnigione, la sua compagnia non sarebbe stata una seccatura e se si trovava anche lui lì di sicuro avrebbe potuto aiutarlo.

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Nikolas Eymerich

Interpretato da:

Alessio Gallu

Ruolo:

Cacciatore di streghe, Inquisitore

by Valentina Malavenda

Background Personaggio:

Un bagliore intenso… il dolore… e la vita che lentamente abbandonava il suo corpo dilaniato… poi il buio… Queste erano le ultime immagini impresse nella sua mente. Eppure era ancora lì, cosciente. Il dolore era svanito, ma non le tenebre che l’avevano avvolto precedentemente. Ma stavolta era diverso. Sforzandosi di guardare meglio, si accorse che era notte, e che intorno a lui si stendeva un paesaggio spettrale. Sentì come una strana sensazione, come se fosse a casa ma allo stesso tempo in un luogo a lui totalmente alieno. Era forse morto? No. Non poteva essere così. Poteva anche non ricordare molto del suo passato, ma una cosa era rimasta intatta. Lui sapeva chi era, e qual era la sua missione. Lui era Nikolas Eymerich, il Martello delle streghe. Era stata dunque la volontà di Sigmar a salvarlo e a portarlo in quel posto? Gli stava forse ordinando di continuare lì la sua opera? O era stata la sua stessa Volontà a permettergli di ingannare la morte? Quale che fosse la verità, una cosa era chiara. Doveva portare avanti il volere di Sigmar, e ripulire anche quella terra dall’eresia.
Nikolas iniziò a viaggiare per quelle terre (che scoprì chiamarsi Shysh), scontrandosi con orrori di ogni sorta, alcuni dei quali avrebbe giurato di aver già combattuto, e cacciando gli abominevoli utilizzatori di magia. Fu proprio nell’adempimento di quest’ultimo dovere che avvenne qualcosa di imprevisto. Aveva appena messo alle corde una giovane strega, e si apprestava a giustiziarla sul posto. Una frase riecheggiava nella sua testa… “Situazioni estreme richiedono misure estreme. Non aver pietà”. Improvvisamente un uomo si mise tra lui e la sua preda. Se non fosse stato per il cappello, avrebbe potuto scambiarlo per un confratello. L’uomo aveva uno strano sguardo negli occhi, come se covasse un profondo odio nei suoi confronti. Bastò quell’istante di distrazione per dare al suo avversario il tempo per attaccarlo col suo spadone. Nikolas riuscì a deviarlo per un soffio, ed iniziò tra i due un’aspra lotta, durante la quale la strega ne approfittò per fuggire. Ormai ferito e allo stremo delle forze, il cacciatore di streghe chiese al suo rivale il suo nome ed il motivo della sua opposizione. La sua risposta fu sorprendente. Il suo nome era Adam di Blackrose, ed un tempo aveva servito Sigmar proprio come lui. Un ghigno sinistro apparve sul suo volto, poi perse i sensi.
Si risvegliò in quella che sembrava essere una città. Morthaven, è così che la chiamavano. Adam aveva deciso di salvarlo (a detta sua “per curare la sua ottusità”), e qui conobbe il Capitano Rasca Fervor ed i suoi uomini. Nei mesi successivi ebbe anche modo di collaborare più volte con loro. Ma la cosa sconvolgente furono le cose che gli vennero rivelate. Sigmar era tornato, e guidava il suo popolo contro gli orrori che lo minacciavano. Gli venne rivelata la verità su quella terra e sul fatto che la magia fosse accettata comunemente, se controllata. Quest’ultima fu forse la cosa più difficile da metabolizzare per lui.
Passarono i mesi, ed il dualismo con Adam continuò imperterrito. Se lui continuava ad essere freddo ed a tratti spietato, Adam era invece più aperto all’aiutare la gente. Se lui cercava di riportarlo sulla retta via, Adam cercava di rompere quella sua rigidità.
Una notte, mentre stava dormendo, una voce lo destò. Sembrava provenire direttamente dalla sua testa, e gli fece una sola domanda: “Cacciatore di streghe. La tua Volontà di compiere la tua missione è encomiabile. Ma sarà tale da farti accettare il tuo destino?”

Nikolas rispose “Si”


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Rowan

Interpretato da:

Mattia Ussia

Ruolo:

Seconda Linea

Background Personaggio:

Silenzio…
Un vento di morte soffiava su una landa desolata, nel "Regno delle ombre".
La terra, aspra, accoglieva i resti di una battaglia.
Un gemito in lontananza.
Silenzio…
Sparsi qua e là tra l’erba pungente numerosi corpi giacevano, vuoti; un ruscello scendeva lento da una collina con un suono dolce di acqua che scorre.
Un cavallo camminava per un sentiero tortuoso, il suo padrone esanime sul dorso.
Il cielo grigio osservava la scena con malcelata tristezza…
Un uomo, a cavallo di un Drago sovrastava una pila di corpi, estrasse la lama da uno di essi...
Chiuse gli occhi, sussurrò piano parole ineffabili.
Il Drago spalancò le ali e spiccò il volo, spingendosi fin sopra le nuvole,
per poi raggiungere in picchiata la torre di un castello sui monti di mezzo.
Smontato da quel poderoso animale quell’ essere si diresse a passo sicuro verso il balcone più in alto.

Appoggiò entrambe le mani sul parapetto.
Osservava la processione di cavalieri che tornano dal campo.
Molti erano feriti, ma non se ne curava.
Vide figure sovrumane scivolare rapidamente sui venti della magia e nutrirsi delle anime liberate dai loro gusci mortali.
Osservava lontano il crepuscolo spegnersi a poco a poco, lasciando spazio alla gelida notte del nord.
Molti pensieri affollavano la sua mente,
ricordi di una vita lontana che avrebbero dovuto essere rimossi da tempo, ma che tornavano a riaffiorare nei momenti di quiete e solitudine…
Vedeva la sua casa natale apparire e scomparire in un lampo, vedeva delinearsi i tratti dei fratelli con cui giocava alla guerra…
Suo padre…
L’ormai anziano si curava soltanto del primogenito, Dieter, e della sua futura ascesa al trono.
Erano inutili i suoi continui sforzi nelle battaglie per difendere il castello dai saccheggi degli uomini bestia, guadagnava soltanto disprezzo.
La sua giovane vita, dopo la morte della madre era stata costretta a sopportare molto, troppo dolore…
Partì, deciso a trovare la morte per porre fine alla sua futile esistenza,
dimenticato da tutto e da tutti, verso la desolazione nel regno delle ombre.
In sella al suo cavallo da guerra calpestava la terra che gli era stata così ostile.
Si voltò solo una volta verso quella che era stata la sua casa; una lacrima solcava il viso perlaceo, vide il castello stagliarsi sulla pianura circostante, un’ultima volta…
I ricordi si offuscano.
Una nube iridescente gli riempiva la testa, immagini di nuova speranza si incisero nei suoi pensieri...
Poi il cambiamento.
Gli ultimi raggi di sole si spensero all’orizzonte, luci di fiaccole accese illuminavano le mura…
La luna si stagliava alta nel cielo…
Il volto di sua madre…
Rowan si voltò di scatto, dirigendosi verso le sue stanze.
Il suo destino era segnato da molto tempo, egli apparteneva a Sigmar.
Avrebbe obbedito al suo padrone fino a che egli avesse avuto bisogno di lui, per poi abbandonarsi alla morte.
Il suo mantello si agitava per la fredda brezza notturna.
La sua sagoma si confuse nell’ombra.
Una lacrima solcava il viso perlaceo.
Silenzio…


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Fredrich Haal

Interpretato da:

Ste Wormwood

Ruolo:

Ingegnere, Archivista, Bibliotecario dell'ordine Ecatombe

by Valentina Malavenda

Background Personaggio:

La luce soffusa delle candele gettava numerose ombre nella biblioteca.
Queste ombre tremolavano e danzavano quando un leggero alito di vento riusciva e penetrare nella stanza e arrivava alle esili fiammelle delle candele, le ombre danzavano, tutte tranne una, un ombra umana, l’unica in quella sera a essere ancora presente nella biblioteca della città di Gateswold su Chamon. Si muoveva furtiva e veloce tra gli scaffali ricolmi di tomi antichi e impolverati riportanti antichi saperi, si muoveva veloce e silenziosa, fermandosi di tanto in tanto davanti a uno scaffale; allora una luce brillava rischiarando la semi-oscurità che vigeva nella stanza, la luce di un cristallo, un incantesimo di ritrovamento di un amuleto, quella luce illuminava allora un volto giovane, tranquillo ma con due occhi molto vivi e attenti, quel volto apparteneva a Fredrich Haal capo archivista e vice-curatore della biblioteca. Risuonava allora un suono: un tonfo, leggerissimo e quasi impercettibile ma che nel silenzio in chi verteva la biblioteca risuonava quasi assordante; durava tuttavia un attimo per poi scomparire.
Fredrich Haal continuò a svolgere imperterrito il suo compito rimettendo in ordine i libri che erano stati lasciati sui banchi per la consultazione.
Una volta che ebbe finito andò a sedersi al suo scrittoio dove, nei rari momenti liberi, ricopiava antichi volumi danneggiati per preservarne la conoscenza.
Si sedette riponendo al suo fianco la sua fida pistola multi canna che si portava sempre appresso da quando un beastman infuriato era entrato in biblioteca e aveva cercato di darle fuoco ma lui lo aveva ucciso con quella pistola, la stessa che da allora veniva fabbricata da un suo progetto nelle forge della città. Era intento a ricopiare un antico volume sulla geografia di Chamon quando venne interrotto dal bussare alla porta.
“ Avanti “ disse alzando lo sguardo verso la porta.
Si trattava di Luther uno degli altri curatori della biblioteca “Pensavo fossi ormai andato a casa da un po’ “ disse Fredrich
“Stavo per farlo quando questa persona” fece quindi un cenno verso la porta “mi ha chiesto di potervi parlare, è un forestiero, quindi l’ho accompagnato”; nella stanza entrò un uomo, un soldato Frederich dedusse dall’armatura che indossava ma non era di Chamon la sua divisa era diversa, presentava anche colori diversi: nero e bianco, inusuali su quel reame, altro dettaglio era una grande collana d’oro che quel soldato portava molto fieramente al collo, probabilmente è un capitano pensò Fredrich. Fredrich si alzò per andare incontro al nuovo arrivato, “ Grazie Luther , da qui proseguo io, buona notte ci vediamo domani”.
Guardò poi l’uomo e gli fece cenno di accomodarsi sulla sedia di fronte al suo scrittoio;
“Desiderate qualcosa da bere signor…”
“Lukas Pollux, si grazie accetto volentieri” rispose lui sedendosi.
Fredrich si diresse dunque verso un armadietto e lo aprì con una chiave, ne tirò fuori due bicchieri e una ampolla con dentro un liquido azzurro, ritornò allo scrittoio e ne verso per sé e per Lukas poi si risedette. Lukas osservò il bicchiere con aria perplessa, guardò Fredrich e chiese: “ Questo sarebbe?”
“Oh non badi al colore, è una ricetta personale, scalda le ossa in queste cupe serate, è un po’ forte ma penso le piacerà… come posso aiutarla?”
Lukas intanto aveva dato un piccolo sorso, poi ne prese uno più lungo segno che apprezzava il liquore, appoggiò il bicchiere e guardò Fredrich, “Ci ho messo un po’ a ritrovarti ma a quanto pare Morkai aveva ragione” disse. “Perdonatemi ma temo di non seguirvi, probabilmente avete sbagliato persona, io non ricordo di avervi mai incontrato …”
“E aveva previsto una reazione simile…” si accostò a Fredrich il quale lo guardò spaesato e gli sussurrò all’orecchio una singola parola…
Fredrich si alzò immediatamente e sentì una fortissima fitta alla testa che lo fece barcollare, fece cadere il bicchiere che aveva in mano alzò la testa e urlò e crollò a suolo.
Immagini gli affollarono la mente in lampi dolorosi, vide le porte del Valico aprirsi Vide un simbolo: un teschio e una clessidra


Una parola risuonava nella sua testa con veemenza sempre più forte e incalzante
Morthaven Morthaven MORTHAVEN!!

Urlando si contorse al suolo per poi perdere i sensi.

Quando si riprese Fredrich vide al suo fianco Lukas che gli porgeva un bicchiere, lo accettò di buon grado.
“Tutto bene Fredrich? Ora ricordi?”
“Ogni cosa Capitano, ogni cosa… è bello rivederla, come ha fatto?? Ero morto… non capisco… “
“Non lo so nemmeno io con precisione, però a quanto pare Sigmar sembra ti abbia dato una seconda opportunità”
“Doveva essere particolarmente ubriaco se mi ha fatto rinascere… beh, Sigmar grazie di non avermi fatto rinascere in uno Stormcast”
Fredrich si alzò sistemandosi il cappotto simbolo del suo ufficio, poi guardò Lukas “Come mai è qui Capitano”
“Lunaria chiama Fredrich, Lunaria chiama…”
“Oh diamine… non so il perché ma ho un brutto presentimento, tuttavia anche se il mio corpo può essere diverso temo di essere ancora sotto contratto con lei capitano…”
“Precisamente mio caro Fredrich, precisamente… e ho in mente un paio di compiti che ti calzerebbero a pennello” disse Lukas mentre sogghignava nel suo solito modo inquietante.
Fredrich allora con un sogghigno rispose: “ ho l’impressione di non poteri rifiutare… quando si parte?”

POST ECHI DI GUERRA


La morte è l’unica cosa a cui l’essere umano non si potrà mai abituare.

Su Lunaria aveva perso un amico Franz, aveva lottato per poterlo salvare ma aveva miseramente fallito… Martes aveva fallito, la Volontà era venuta meno… e l’oscurità aveva prevalso…
Tuttavia Fredrich è un uomo di scienza, non dimenticherà mai il dolore ma non ci si fermerà dentro lasciando che lo corrompa, aveva scoperto un mondo nuovo, doveva sapere.. la conoscenza è potere gli permetterà di essere migliore nel futuro e poter salvare i suoi compagni… Fredrich si è alzato dalle tenebre e marcia verso la luce della conoscenza…

Fredrich risponderà nuovamente a Lunaria


by Valentina Malavenda

BATTLE 2019

Qualcosa non va
Questo era il pensiero che fece capolino nella mente di Frederich insidioso e irritante.

Questo posto che cos’è? Non è la biblioteca… e nemmeno il mio studio… dove mi trovo? Non capisco…
Frederich si incamminò guardandosi intorno… sembrava la sua biblioteca, tuttavia qualcosa non andava, ne era sicuro

Dove sono?
Chi sei?
Cosa?
Chi sei?
Perché questa domanda?


Frederich era attorniato da scaffali pieni di libri, alcuni più recenti e altri con il frontespizio più usurato; proseguivano a perdita d’occhio sia alla sua destra che alla sua sinistra; fece quindi per prenderne uno ma subito una sensazione si impadronì di lui: Paura, Paura come non l’aveva mai provata prima. Sentì il cuore che accelerava il battito, una sensazione di freddo si insinuò giù nella schiena attanagliandogli le ossa e facendolo cominciare a tremare.
Qualcosa non va CHI SEI?

Frederich chiuse di colpo il libro, con mano tremante cercò di rimetterlo a posto nello scaffale, voleva andarsene, scappare, qualcosa era con lui nella stanza, non poteva vederlo ma lo sentiva…

Un tonfo…

Il cuore di Frederich ebbe un sobbalzo, si pietrificò, qualcuno o qualcosa era con lui… non era solo in quella stanza… con una lentezza impressionante Frederich si voltò verso la provenienza di quel suono… nulla… abbassò lo sguardo.

A pochi metri da lui c’era un volume a terra, nella caduta si era aperto, Frederich lentamente si avvicinò, nella pagina vi era un disegno, un pozzo all’interno di una caverna…

CHI SEI?

Quella era una voce nella sua testa?
Frederich si girò di scatto, nulla
Tornò a girarsi e lanciò un urlo cadendo al suolo.
Di fronte a lui c’era un uomo.
Frederich istintivamente mise mano alla pistola
Non farlo, non gioverebbe a nessuno dei due, guardami meglio, non noti nulla?

Si bloccò di colpo e osservò quell’uomo più attentamente, ebbe poi un sussulto, quell’uomo era uguale a lui in tutto e per tutto, tranne che per dei segni, tatuaggi?, sulla pelle che ricordavano molto delle lettere e una grossa cicatrice sul collo, la cosa più strana tuttavia era che quell’uomo sembrava uscire dal libro, la parte bassa delle sue gambe era illuminata e mancavano le caviglie e i piedi. Non porre quella domanda talmente ovvia che stai pensando Frederich, si sono te
Disse l’uomo sorridendo.
O meglio, un te differente, passato se così vogliamo dire…
Ma come è possibile?
Sei stato su Lunaria?
Si certo, ma ciò non spiega nulla …
Invece spiega tutto, vedi… Frederich si mosse verso se stesso, uscendo dal libro le gambe si ricomposero come se fossero fatte da milioni di minuscole lettere che incastrandosi lo formassero, Frederich guardò se stesso negli occhi .
Vedi questa cicatrice? Indicò il collo Anni fa anche io giunsi a Vilegis, ma da morto, lì conobbi la Compagnia di Morthaven e militai con loro come seconda linea per la durata della chiamata; una volta finita loro ritornarono al loro piano ma io no, non avendo più un corpo non potevo ritornare… Vagai come un anima per la piana fino a quando Lukas non è riuscito, con l’aiuto di uno stregone, a riportarmi nei Reami Mortali, tuttavia una anima necessita di un corpo.. la mia era contaminata dalle energie della piana, non potevo rinascere come uno Stormcast, per evitare che Nagash mi prendesse serviva una sorta di “ospite” per me ma dovevamo essere affini… lo stregone ti ha designato come tale… Frederich si avvicinò ulteriormente a se stesso, gli mise le mani sulle spalle e con voce grave gli disse:
Esattamente, a essere più precisi , la mia e la tua… ogni libro che ci circonda è un ricordo… quello che mi sta permettendo di parlarti è quello della mia morte… se sono qui adesso è perché quello che sto proponendo è qualcosa di attuabile! Ti prego, solo così potrò sopravvivere..

Frederich si fermò a pensare, non sapeva cosa scegliere, l’idea di aggiungere ulteriore conoscenza a quella che già possedeva lo attraeva molto ma d’altro canto temeva che la sua identità soccombesse lasciando spazio all’altro Frederich

La conoscenza è potere

Come?

Accetto questa proposta Frederich, accetto di unire la mia mente con la tua, mostrami ciò che sai e io farò lo stesso.
Molto bene, ti ringrazio… prendi la mia mano, da ora non si potrà tornare indietro, saremo due in uno…

Frederich prese quella mano e tutto si fece bianco…

Frederich si svegliò di soprassalto al bussare alla porta della sua stanza; ancora assonnato si alzò e si diresse verso la porta, la aprì e davanti a lui trovò uno studente dell’Accademia di Ingegneria con in mano una busta,

Per voi maestro, la hanno lasciata all’entrata
Frederich ringraziò lo studente, prese la busta: non era firmata, aprendola trovò un foglio con una unica frase:

IN GLORIA LA MORTE


Una voce dentro di lui disse : la compagnia chiama…

Frederich si ritrovò a sorridere


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